giovedì 31 ottobre 2013

HALLOWEEN's POST

Zucche dal sorriso satanico, maghetti e streghette che spuntano come funghi, festoni arancio mollemente appesi ai soffitti dei supermarket,  scope e lupi mannari  che appaiono misteriosamente nello spot del Kinder Bueno e nella casa del Mulino Bianco... signori e signore, siamo a fine Ottobre ed è arrivato Halloween versione Italia!
Ogni anno passato dai 10 ai 18, non avendo nulla di meglio da fare, lasciavo scorrere la sera di Halloween sul divano, tappata sotto ad un panno di lana, con l'entusiasmante missione di scoprire chi avesse mai assassinato la bionda maggiorata di un qualsivoglia college americano su Italia Uno  (i film horror giravano su Italia Uno appena dopo i Puffi, roba che se un bimbo tramortiva dopo le Otto, passava direttamente da Gargamella alla bambola assassina e restava traumatizzato a vita).
Ho sempre desiderato poter partecipare (possibilmente non nel ruolo della bionda maggiorata) ad uno di questi cortei mascherati tra i quali si celava, mimetizzato da scheletro, l'assassino dei film ma non ne ho mai avuto l'opportunità. 
Ora che l'opportunità ci sarebbe, capisco che sarei piuttosto ridicola se mi  mascherassi insieme ad un gruppo di bambini alti un metro! 
Inoltre so per certo che prenderei così a cuore la cosa da rischiare la rissa notturna se nel conto finale avessi qualche cioccolatino in meno di loro.
Ho anche valutato l'idea di presentarmi in veste di accompagnatrice ma, siccome per questo ruolo non è previsto il cestino dei dolcetti, non mi sento ancora abbastanza cresciuta.
In ogni caso mi sono chiesta come mai negli ultimi anni sia entrata così in auge questa festicciola che nulla centra con la nostra tradizione.
Immagino che la prima motivazione da tirare in ballo sia prettamente consumistica:
Halloween aumenta in modo esponenziale la vendita di caramelle, zucche e costumi.
I Grand Bazar dei cinesi vengono presi d'assalto con scazzottate alle casse per pagare l'ultimo abitino con le alette da pipistrello rimasto. 
Lo so perchè ieri nella mischia c'ero anche io. 
Ho visto coi miei occhi una distinta signora strapparmi lo spray spararagnatele di mano urlandomi che era suo. Ho avuto per qualche secondo l'istinto di tirargli il boccetto in fronte ma,  nell'attimo in cui ho visto uscirle bava dalla bocca e gli occhi virare sul violaceo, ho temuto che fosse la vera Babayaga ed ho desistito.
Inoltre temevo di essere cacciata dal bazar poichè mia figlia si era portata da casa una bacchetta luminosa con un ideogramma cinese inciso sopra in rosso ed hanno provato a farmela pagare.
Li ho convinti solo mostrando platealmente loro la scritta GIGI D'AGOSTINO in rosso nella parte opposta al simbolo cinese e gridando "No, no, quest é nostra!!" mentre l'agitavo accesa e sfavillante in aria.
Avrei fatto più bella figura se m'avessero beccata mentre cercavo di rubarla.
Se vi domandaste perchè ho un gadget di Gigi d'Agostino a casa chiedete ad Amò. E' suo.
Comunque, divagazioni a parte,  chi spenderebbe 45 euro per un costume"made in Italy" da Figlio di Dracula potendolo possedere in pura fibra tossica a soli 20?
Il rilancio dell'economia sta proprio in questo. I 25 euro risparmiati verranno successivamente reinvestiti in una buona crema dermatologica d'obbligo per calmare l'orticaria allergica che il poliestere tossico ha provocato.
Le zucche invece vengono svuotate ed intagliate. 
Nella scorza viene riposta una candelina.
Il tutto viene esposto la sera sul davanzale e successivamente dimenticato in salotto fino a quando un puzzo vomitoso ci ricorderà che sì, proprio sul tavolino dell'ingresso, posteggia una zucca in stato avanzato di decomposizione.
Per la legge del riciclo,  le più brave faranno ottimi tortelli con la polpa, quelle meno brave la cuoceranno in forno, quelle come me si accoltellano le dita nel tentativo di tagliarla, finendo al pronto soccorso dopo vari svenimenti.
Resta il fatto che tutto questo mangiare di polpa di zucca ha creato la falsa credenza che a fine Ottobre circolino virus intestinali. 
Sappiatelo: non sono i virus intestinali, sono i chili di zucca che la leggenda di Jack O Lantern ci obbliga a mangiare!!
Ultimo ma non meno importante sono le feste a tema, quelle in cui tutti si chiedono "ma mi dovrò vestire?".
Sì, perchè non essendo la tradizione del tutto ancorata, si rischia di partire da casa  carichi come una molla,  per poi ritrovarsi in una discoteca dove TU sei l'unico fasciato in un'attillata tutina rossa da Lucifero e verrai ricordato per i successivi 10 anni come "quello sfigato con la tutina rossa da Lucifero".
Al contrario può capitare di partire da casa ugualmente carichi come una molla, in t-shirt e jeans, ed essere l'unica persona non travestita tra una baraonda di streghe ubriache e lupi mannari danzanti. In questo secondo caso verrai ricordato per i successivi 10 anni come "quello sfigato che non si è  travestito".
Di fatto la figura del piffero è assicurata, tanto vale farsi una birra in pigiama a casa.
Tuttavia, suppongo che il merito principale del successo italiano di Halloween sia dovuto mia madre. 
Infatti da quando l'anno scorso si è sparsa la voce che, presentandosi nella mia edicola e snocciolando il classico "dolcetto o scherzetto?"  lei elargiva UN EURO ad ogni bambino motivando la gentile offerta con "non ho caramelle", l'usanza si è istantaneamente affermata.
Nel giro di pochi minuti, alla porta del mio negozio si è materializzata una fila interminabile di persone che, due a due,  mano nella mano, entravano canterellando "dolcetto o scherzetto?".
Il dubbio di aver fomentato un evento non controllabile credo gli sia sorto quando a fare la fatidica domanda è stato un bambino di circa 55 anni in giaccone grigio col suo amico che fumava il sigaro a fianco.
In ogni caso anche mia madre ha contribuito al rilancio dell'economia.
Non formalizzandomi sul buco che ho avuto nell'incasso di quel giorno, resto comunque dell'idea che si possa portare pazienza per una notte se qualche petardino ci disturberà il sonno o se qualcuno suonerà al nostro campanello.
L'importante è non smettere mai di credere che nella notte ci sia un po' di magia... se proprio proprio sarete così infastiditi da non poterne più, vi consiglio un giretto a casa di mia madre.
Sperate che sia senza caramelle e pensate che io ho una bacchetta di Gigi d'Agostino a casa.
Vedrete che tutto vi sembrerà migliore!

Intanto Buon Terrificante Halloween!

martedì 22 ottobre 2013

PERCHE' HO APERTO QUESTO BLOG... SE PRIMA NON SAPEVO NEMMENO COS'E' UN BLOG

Scrivo, scrivo, scrivo... ma quanto scrivo???
E' che mi sono fatta un mazzo grande come una casa per imparare a scrivere!! 
Non mi riferisco alla dialettica, alla grammatica, alla sintassi.  
Intendo che ci ho speso 5 anni di scuola superiore per imparare a battere 10 dita sulla tastiera senza guardare.
5 anni di TAT -TAT- TAT, GSG GSG GSG, UTA UTA UTA, 5 anni di tasti coperti e conteggi di parole sotto lo sguardo scrutatore della mia occhialuta professoressa.
In effetti, quando decisi a quale indirizzo scolastico votarmi, fui spinta da forti criteri motivazionali per il mio futuro. Il principale fu scegliere lo stesso istituto frequentato dalla mia migliore amica.
Non è che fossi scema, solo che i miei genitori stroncarono da subito ogni tipo di attività per la quale potevo provare la benchè minima velleità. 
Io amavo disegnare.
Purtroppo, a detta loro, il 90% di chi frequentava un istituto d'arte finiva per stringere bulloni o, in alternativa, a madonnare le piazzette liguri nelle sere d'estate.
E non era quello che avevano in mente per me.
Impazzivo per la moda. Sfiga ha voluto che la scuola da figurinista fosse un istituto meramente professionale ed io, ai tempi, ero un pochino sopravvalutata. Non so se mi auspicassero un futuro da Nobel ma di certo se questa scuola, invece di chiamarsi "I.P. Sidoli", avesse avuto un nome più altisonante avrei potuto frequentarla con gioia invece che passare la tarda infanzia a ritagliare sottovesti dal Postal Market.
Come ultima, ma non meno interessante alternativa, avrebbero potuto proporre uno scambio di figlia con la mia migliore amica.
Si iscrisse (ed io con lei) all'Istituto Tecnico Femminile "Città del tricolore", per un diploma da Perito aziendale corrispondente in lingue estere.
Di tutto questo gran parolone inizialmente mi rimase impresso solo che non si sarebbe visto un uomo nel quinquennio neanche a pagarlo:  niente occhiatine furtive tra corridoio e segreteria, nessun bigliettino nello zaino, nessun cuore col mio nome sulla porta del bagno.
Ma riuscita a sopportare l'idea di una classe di sole femmine, tra una corsa all'ultimo sacchetto di gnocco e l'altra, ho imparato a dattilografare. Sono velocissima. Un fulmine, un polipo che si mangia le lettere della tastiera.
La scrittura è rimasta l'unico punto fisso nella mia vita tra il fluttuare degli eventi.
Negli anni ho tenuto un sacco di diari. Ho un cassetto pieno di quaderni e di racconti di ogni genere.
Ho scritto quando sono stata felice ed ho scritto quando è stata ora di piangere.
E quando qualcuno scrive così tanto parrebbe che abbia qualcosa di importante da raccontare.
Non è il mio caso. O perlomeno, non mi sembra che sia il mio caso.
Così, tra un pomeriggio in negozio, un giro in macchina ed un viaggio astrale e l'altro mi sono chiesta: "cosa ho io, mancata stilista, mancata pittrice, mancato Nobel del bricollage da raccontare? "
Mi sono interrogata parecchio su quello che mi spinge a dedicare tempo e passione a questo blog.
Ed alla fine tutto è come una girella a tre strati, con una domanda per ogni strato:
strato 1) pan di spagna: "Che tipo di donna sono diventata?
strato 2) crema: "sono davvero felice?"
strato 3) cioccolato "Cosa posso fare per migliorare la mia vita?"
Intorno ai 40 si affoga inevitabilmente in mezzo a tutta questa pasticceria.
Come una lampadina che si accende all'improvviso nella testa, inizia il bisogno di stilare un bilancio della propria vita.
Una merdosa mattina ti accorgi che non puoi più competere fisicamente ed intellettualmente (per fortuna sia in peggio che in meglio) con una diciottenne, che la t-shirt rosa fosforescente è ganza da morire ma che l'espressione "ganzo da morire" non si utilizza più dagli anni '80 (ormai si dice stilosa, trendy, cool... e , per quel che ne sai tu, di "cool" ne hai solamente uno); che ogni volta che esci per lo shopping ti innamori di un tacco 12 ma, non si sa come, porti a casa una ballerina (difficile rincorrere tuo figlio al parco pubblico mentre avanzi affondando nel fango); che la mattina dopo una cena alcolica hai bisogno di 5 Alca-seltzer e di un tempo variabile dalle 24 alle 36 ore per riprendere un assetto normale; che le parole "tolleranza, gentilezza, disponibilità" potrebbero essersi perse tra i sedili dell'auto, nel bel mezzo del tragitto asilo - scuola - ufficio - supermercato - asilo - casa.
Qualcuno la definirebbe "crisi dei 40". Io ho deciso di chiamarla la "RINASCITA DEI 20 X 2".
Dopo una quindicina d'anni persi a cercare di essere sexy come Belen, intelligente come la Montalcini, simpatica come la Letizzetto, dolce come un cupcake realizzi che non esiste il clichè della donna perfetta ma esiste quello della donna che sa essere se stessa.
Capisci che quando gli occhi imparano a sorridere con sincerità invecchiano meglio.
Capisci che il fascino di chi sa mostrarsi per quello che veramente è, rimane immutato negli anni e stampato per sempre. Un timbro in fronte di chi ascolta ed un gradino assicurato sul podio della sfida quotidiana con la tua autostima. 
Non si tratta più di essere perfetti. Si tratta di saper prendere le cose per il verso giusto. 
Quello vero. Quello che se combini un disastro ti fa fare una bella risata. Quello che se incontri la "super-gnocca" al supermercato ti permette di sganciargli un sorriso tra coscia e decolleté senza girarti verso tuo  tuo marito e rivestirlo di mille improperi. Quello che se la sera ti corichi con un cesto di biancheria non lavata ti lascia dormire tranquilla.
Questo è ciò che ho appreso nella mia personale "RINASCITA DEI 20 X 2".  Ed è quello che vorrei provare a raccontare, in modo poco ortodosso forse, ma assolutamente sincero, perchè come dicevo prima, se non può essere sempre tacco dodici saranno ballerine, ma devono essere colorate, glitterate, disegnate, allegre più che mai! 
E chi se ne frega se qualcuno dirà :"guarda che scarpe quella lì!!"
Ed ho deciso di raccontare quello che capita me, nella mia strampalata e comunissima famiglia, per strappare un sorriso a tutte quelle donne, (ma anche uomini) che a volte corrono troppo veloci per ironizzare sul loro viaggio quotidiano.
Per quanto comune, sono certa che troverete piacevole sbirciare nel mondo che mi appartiene, perchè alla fin fine è lo stesso di tutti.
Ciò che vorrei essere è un'amica nei momenti in cui vorreste mandare tutti in quel posto così "cool" di cui parlavamo sopra, una pausa di sana simpatia, una panchina nel corri-corri quotidiano.
Eccolo quindi, il mio "BENVENUTI  AL CLUB DI COSE CHE CAPITANO SOLO A  ME"... tacco 12, plateux, scarpette rasoterra... le porte sono aperte a tutti.
 Parola d'ordine: ironia!!

venerdì 18 ottobre 2013

Fidarsi o no? Ascolta la pancia

Il fatto che Amò sia via per qualche giorno non è un problema.
Col tempo mi sono abituata a sopravvivere alle sue assenze.
Il vero problema è che quando lui non c'è, io rischio di anoressizzarmi poiché la sera, la voglia di impegnarmi ai fornelli scende a livelli scandalosi.
Già l'arte culinaria non occupa di per sé un posto elittario nella scala del mio gradimento personale, ma l'avere come unico commensale una bambina che si nutrirebbe unicamente di Nutella e tramezzini, fa sì che il mio massimo impegno consista nell'aprire il frigorifero e scartare qualcosa.
Questa sera, l'unico alimento decente che ho ingerito è stata una busta di salmone affumicato con burro e crostini.
Quello di cui non ero a conoscenza, ma che ora so, è che probabilmente sono intollerante al salmone affumicato.
L'ho dedotto dopo circa un'oretta, quando ho iniziato ad avvertire un forte mal di pancia proprio mentre mi facevo lo shampoo sotto la doccia.
Così, sono finita ad asciugarmi i capelli alternandomi tra specchio e water e sono uscita dal bagno un po' sottosopra, con l'enorme dubbio che la mia chioma profumasse più di cacca che di Pantene.
A questo proposito, mi è tornato in mente un episodio che risale ai primi tempi in cui io e Amò ci frequentavamo.
Si sa, quando ci si conosce da poco, ci si impegna al massimo per risultare il più brillanti ed affascinanti possibile.
Questa cosa comporta che una donna non espleti mai le sue funzioni fisiologiche in presenza dell'uomo che vuole conquistare.
Escludendo la pipì, sempre che il flusso non sia troppo rumoroso, una donna in cerca di fidanzato non digerisce, non scoreggia e non fa la cacca.
Si trasforma in una bambola perfettamente depilata, truccata e profumata, disponibile, accondiscendente e di piacevole compagnia.
Almeno per i primi mesi.
Tutto per dare l'illusione di essere un soggetto appetibile che non crea problemi di sorta alcuna.
Nulla di più sbagliato.
In realtà ad un uomo non gliene può fregare di meno se gli appesti il bagno o se ti scappa un odorino sgradevole proprio nel bel mezzo di un film.
Molto probabilmente si farà una grassa risata e si sentirà così a suo agio con te da trasformare, nel giro di una mezz'ora, la vostra alcova d'amore in una camera a gas.
Dopo qualche settimana di frequentazione, ricordo che una sera, dopo cena, mi venne un grandissimo mal di pancia.
Ai tempi, un tranquillo "scusa posso andare in bagno?" mi sembrò una cosa così sconsideratamente folle che decisi di andare controcorrente con un insensato " scusa, devo andare a casa!!!"
Considerato che abitavo a 30 km di distanza, praticamente a mezz'ora di strada pigiando sul pedale, avrei dovuto ingaggiare una feroce lotta contro il tempo e contro il mio colon.
Ancora ora mi sto chiedendo come avessi solo pensato di riuscire a farcela!!
Una kamikaze.
Oltre che molto stupida, essendo di mio anche molto sospettosa, non appena varcata la soglia di casa la mia mente fu attaccata da un dubbio atroce:
"Ma se mi tradisse con un'altra? Se adesso che me ne vado arrivasse una che si prede il posto mio?
Bé certo.... quando si paventa l'idea di una  rivale non c'è mal di pancia che tenga!
In barba alla mia autostima da Charlie Brown, spostai l'auto di qualche metro, mi appostai dietro ad un pilone della luce spento e invece che ascoltare il mio intestino incazzato, decisi di dar retta alla mia testa malata e giocare all'agente 007.
Quanto tempo ci avrebbe messo ad arrivare l'ipotetica sostituta?
Furono i crampi a farmi iniziare a pregare che arrivasse in fretta!
Non ricordo quanto tempo resistetti. Forse una ventina di minuti. Forse qualcosa in più, in ogni caso un tempo record.
Arrivata al limite di sopportazione mi sembrò improponibile suonargli di nuovo al campanello e chiedergli: "scusa posso andare in bagno?"
"e dove cavolo sei stata fino adesso??"
Di certo non potevo spiegargli che gli stavo piantonando casa, nascosta dietro ad un lampione da venti minuti e neanche potevo cagargli sul marciapiede del quartiere residenziale!!!
Avrebbe capito che non era stato un cane passar di lì!
Con questo dubbio amletico la soluzione migliore che riuscii ad imbastire in quel momento d'emergenza fu di farla dove mi trovavo, ossia in macchina, ossia dentro ad una borsina di plastica.
Solo che non è per nulla semplice tenere aperta una borsina sotto al culo mentre sei incastrata tra acceleratore, volante e frizione, intanto che giochi a fare Tom Ponzi.
Questo ve lo posso assicurare.
Non mi restava altro da fare che tornarmene a casa in completa depressione, mollemente affranta per il mio fallimento di agente segreto e la forte speranza che non ci fossero posti di blocco in giro.
Di certo giurai a me stessa che non mi sarei più fatta storie per chiedere di utilizzare un water e starci dentro tutto il tempo che mi fosse stato necessario.
Puzza o no.
Coda o no.
Non ce l'ho fatta invece ad imparare a fidarmi.
Quella è una questione di carattere.
Sono destinata a diventare una vecchia sclerotica che controllerà lo smartphone del marito con geriatrica minuzia.
Volete sapere se l'ipotetica concorrente è stata beccata sul fatto??
No, quella volta non si è presentata.
Per sua fortuna aggiungo.... perchè non ci avrei messo un minuto a rovesciarle il mio sacchetto addosso...
"Cosa ti è successo??"
" Lascia stare... una storia di merda...."
:-)





domenica 13 ottobre 2013

PRESENZE ASTRALI

C'era una volta la gente della notte.
Lo cantava Jovanotti:

"La notte è più bello, si vive meglio,
per chi fino alle 5 non conosce sbadiglio..."

Io ero una di quelle che nella notte ci sguazzavo.
Mi sfiondavo di discoteca fino a tritarmi i piedi strizzati in scarpe altissime e gironzolavo in macchina fino all'alba con la pancia piena di pizza appena sfornata dal mio fornaio di fiducia.
Ogni volta rischiava una sincope.
Alle 5 di mattina gli trotterellevo per il negozio in minigonna ascellare, col tasso alcolico variabile dal leggermente brillo al ritiro patente, mentre lui  si bloccava con la pala a mezz'aria e la lingua pendula.
Mi portavo via un chilo di pizza calda e me la mangiavo in macchina.
Poi, dopo il dietetico spuntino, collassavo a letto fino al mezzogiorno, quando mia madre, a suon di maleparole, tentava di rianimarmi per una pastasciutta che piuttosto avrei vomitato.
Ora i tempi sono cambiati.
Le discoteche hanno più o meno chiuso e le mie serate si alternano tra una partita al "Gioco dell'oca" ed una overdose letale della "Principessa Sofia".
Quando proprio proprio voglio uscire dai ranghi mi concedo un "pigiama party" con mia figlia, dove anche i tramezzini al tonno si mangerebbero da soli pur di scappare dalla camera delle meraviglie, dove l'oggetto meno rosa che c'è assomiglia a un tenerone.
Praticamente cado in catalessi a mezzanotte ma, per non mollare la notte, tengo botta fino all'una e mi ritrovo alle 2 con gli occhi a palla e la voglia di andare in discoteca.
Come faccio non lo so, ma superata la fase del "se chiudo gli occhi svengo fino a domani" entro in iperattività e mi può fermare solo una mazzata in testa.
Inizio a girare per casa, pulisco l'impulibile, scrivo, disegno, cazzeggio su Internet fino a quando mi ritrovo inebetita davanti al video di Tipitipiti di Orietta Berti.
Entro in un circolo malefico che mi fa fare l'alba insonne contando le ore che mi mancano al trillo della sveglia (peraltro orrendo).
Così, l'altra sera, per fermare questa ruota che gira, ho scoperto la soluzione alternativa.
Un viaggio mistico che mi faccia girovagare tutta notte standomene però tranquillamente nel mio letto.
Parlo del Viaggio astrale.
Cos'è un viaggio astrale.
Un viaggio astrale é una tecnica di rilassamento che ci permette di staccarci dal nostro corpo materiale e di muoverci, come un'entità spirituale, per il cosmo.
É possibile vivere oniricamente tutte le esperienze che si desidererebbe fare nel mondo reale.
Si possono visitare negozi, incontrare persone, esplorare paesi.... Esistono un'infinità di meravigliose alternative.
Le cose fondamentali sono due:
1) non aver paura durante l'esperimento che è assolutamente innocuo
2) assicurarsi di non venire interrotti per consentire un sereno rientro nel nostro corpo addormentato. Nel caso questo capitasse, dormire almeno 10 minuti per riallineare anima e corpo.
Lo so, sembrano stronzate, ma al momento mi sono sembrate l'idea del secolo tanto quanto la lavatrice o la piastra x capelli.
Esaltata da questa scoperta, mi sono coricata a letto, in una posizione confortevole, mi sono infilata gli auricolari alle orecchie e ho dato inizio al mio primo viaggio astrale in autoipnosi con il mio guru: You tube.
Se qualcuno fosse interessato all'esperienza può tranquillamente cercarlo in rete.
Dopo un tempo indefinito, suppongo una ventina di minuti, durante il quale probabilmente stavo vagando verso lidi ignoti, Amò è tornato a casa ed è salito in camera da letto.
Il mio risveglio è stato traumatico.
Ho aperto gli occhi e ho visto una figura in piedi al mio fianco, coi capelli a penzoloni, nella penombra della lucetta blu, trafficare col mio Ipad in mano, nel tentativo di sbrogliare il filo delle cuffie impigliato nei miei padiglioni auricolari.
Mi sembrava una via di mezzo tra l'arcangelo Gabriele e la bambina di The Ring.
"Ma che ca@@o fai?" gli sbarbaglio, svegliatami di soprassalto.
"Ma che ca@@o fai te?!! Sei scema? C'è l'Ipad acceso sul letto!! te lo tolgo!! stavi russando a bocca aperta!!"
"No!!! non stavo dormendo" ho strafugnato come un'ebete "ero da Zara che facevo Shopping! stavo guardando le nuove collezioni!!"
Amò è sconvolto.
"Da Zara?? Ma sei fuori??"
Provate voi a far capire al vostro compagno che alle 3 di notte siete in autoipnosi astrale!!
Cerco di spiegare invano "Mi ero staccata dal mio corpo e stavo viaggiando per la notte! Adesso che mi hai interrotto, il mio io astrale non si è ricongiunto al mio io corporeo e ho un gran mal di testa...."
"avrai mal di testa perchè non si sa da quanto russi con quei cosi nelle orecchie!!! Tiravo e non capivo perchè l''Ipad non venisse via!"
"Perchè era attaccato alle mie orecchie!!
E mi è venuto da ridere.
Insomma. Amò mi ha bloccato nel bel mezzo del mio shopping notturno.
Dovevo fare ancora un sacco di giri.
Volevo vedere Berska e Pull and Bear (mi accontento, non è che il mio io astrale sia milionario!) volevo far visita a qualcuno ed andare a conoscere Kate Moss a Londra.
Ha rovinato tutto.
La prossima volta mi sa che bisognerà tornare alla vecchia maniera: lasciar perdere i viaggi astrali e ripiegare su una buona camomilla soporifera!
O magari ci riprovo.... con i dovuti avvertimenti.
D'altronde lo diceva anche Jovanotti:

"di notte le parole scorrono più lente
però è molto più facile parlare con la gente,
conoscere le storie, ognuna originale,
sapere che nel mondo nessuno è normale"

Appena mi stendo a letto lo vado a trovare.... gli devo dire due paroline....
Buona notte!!

venerdì 4 ottobre 2013

COL GIARDINO VA MALINO....

C'è chi nasce con il pollice verde e c'é chi nasce col pollice nero.
I primi riescono a far nascere e crescere colorate e rigogliose piante di ogni specie e tipo, inclusa tutta una lunga lista di vegetali che spazia dalla lattuga alle zucche.
I secondi si limitano a tagliare l'erba del cortile e se ne sbattono di giardinaggio e fiorellini dedicandosi ad altre attività più interessanti come il bricollage o gli origami.
Purtroppo, l'unico uso a cui Madre Natura ha destinato il mio pollice è probabilmente quello di fare l'autostop.
Nel senso che tutto ciò che il mio pollice sfiora non muore ma nemmeno cresce.
Semplicemente secca solo a metà e resta x mesi in cortile con la sua bruttura surreale.
Per ora il mio parco vasi consiste in:
N.1 vaso di basilico che, inspiegabilmente, è cresciuto piegato tutto a destra.
N. 1 vaso di ortensie blu. Per blu intendo il colore che aveva quando l'ho comprato. A me sono cresciute rosa degenerando in seguito in un orrido color cacchina.
N. 1 vaso con una begonia. Questa simpatica piantina, in 6 mesi, non é cresciuta di mezzo centimetro e le sue foglie sono state erose da chissà quale insetto.
A dire il vero non ho ancora capito se devo tenerla al sole o all'ombra...
N.1 vaso vuoto in cui avevo cercato di piantare la menta e defunta in una decina di giorni.
"Ma lo sai" mi ha detto Amò con aria perplessa "che la menta è una pianta infestante??"
"cioè?" ho chiesto io
"che cresce praticamente dappertutto!" è stata la sua spiegazione.
Guardando il mio vaso vuoto, sto ancora cercando di capire se volesse prendermi per il culo o se stesse solamente soffrendo con me per l'astinenza da Mohito cui ci siamo dovuti arrendere.
In ogni caso continuo ad innaffiare il mio vasetto vuoto perchè dal terriccio è spuntata una fogliolina bilaterale che non è menta ma mi muove tenerezza.
Avevo anche un "lilium", regalo della mia vicina. Ho creduto che una volta sfiorito, anche le foglie (piuttosto insignificanti) fossero morte e così, per recuperare il vaso, ho sbattuto via tutto . A distanza di un anno mi ritrovo un giglio anarchico che cresce tra il pattume e la gomma dell'acqua, a un mezzo centimetro dal marciapiedi.
Un shogno.
I nostri vicini invece hanno due giardini fantastici.
Alla nostra sinistra c'è tutta una serie fioriere da far concorrenza ad EUROFLORA.
Questa signora ha una passione così viscerale che continuamente sposta i suoi vasetti da una parte all'altra del cortile. Li innaffia, ci parla e li studia per bene.
D'estate li protegge dalle zanzare uccidendole una ad una con la racchetta fulminante.
Questo x tutto il giorno.
Anche alle tre di notte (lo so perchè ci coccola il sonno col suo bzz bzz bzz).
D'inverno poi, ha un gran daffare per portarle al riparo sul solaio, di solito verso mezzanotte quando udiamo scendere la scala infernale e riportarle giù all'alba, riazionando la scala infernale e provocandoci le convulsioni mattutine.
Ma anche io ho la mia tecnica.
Ho sistemato tutti i vasi in fila orizzontale ottenendo l'opzione vaso/ divisoria biciclette, ad una distanza tale dal prato, che permetta loro di venir innaffiati di riflesso dai getti automatici.
Capisco che non è propriamente "prendersene cura" ma così facendo li ho preservati dal disidratamento. In compenso, visto che i getti partono 2 volte al giorno x una buona mezz'oretta, il mio reame floreale sta lentamente marcendo.
Gli altri vicini invece, freschi sposini, inizialmente avevano creato un orto da far invidia a Pozzetto ne "Il ragazzo di campagna" prima che partisse x la città.
C'era tutto quello che si potesse desiderare: Pomodori, insalata, zucchine, fagiolini... addirittura meloni. Un paradiso per vegani.
Adesso però, hanno tolto tutto.
Per una settimana ho notato la macchina del giardiniere parcheggiata davanti a casa ed ho visto il ragazzo lavorare sodo x seminare un bel pratino inglese.
Ieri l'altro poi, sono arrivata a casa ed ho trovato una new entry: un albero al centro del prato.
Ebbene... l'albero prescelto per dare un tocco di gioia e colore al quartiere non è niente po po' di meno che...  un SALICE PIANGENTE!
Io non ho nulla contro questa bellissima specie di pianta ma però mi chiedo: come ca@@o si fa a piantarsi un salice piangente davanti alla camera da letto?
Fa film horror solo a pensarci!
Il nome é di per se tutto un programma: fronde cadenti che ondeggiano al vento come lacrime che rigano le guance (non per nulla si chiama piangente), centinaia di passeri che cagano, milioni di foglioline che sfarfallano ovunque e necessità di concime fresco in autunno e primavera ( questo l'ho appena saputo ma ne avevo avuto il sentore da quando, ogni volta che aprivo la sportella della macchina, Amò mi chiedeva : "hai scoreggiato per caso?")
E poi noi abbiamo una gatta che simulerà Tarzan attaccata al primo ramo in movimento!!!
Io per ora mi sono data alla plastica: Cactus di plastica, lavanda al profumo di petrolio ed orchidee finte dell'Ikea che non appassiscono mai.
Il tutto fa un po' cimitero però l'impegno richiesto é davvero minimo.
Magari l'anno prossimo piantiamo qualcosa anche noi... Forse un cipresso...
Devo chiedere ad Amò...

P.s. Chiedo scusa ai miei vicini che sono persone davvero cordiali e favolose! Io scherzo.... Però il gatto dovrete rassegnarvi a vederlo attaccato al salice!!


giovedì 3 ottobre 2013

GRAZIE!!!!!



Grazie tantissimo per il tempo che mi dedicate!...
Ogni piccolo sorriso spazza via un sacco di problemi!!
P.s. Migliorerò coi disegni, lo prometto. Sempre meglio il corso di Fumetto Manga giapponese che quello di giardinaggio... Ho più possibilità, ve l'assicuro!
Proprio a questo proposito mi è venuto in mente che i nostri vicini hanno piantato uno sparuto alberello nel loro cortile, proprio a fianco del nostro.. 
A mio rischio e pericolo (non vorrei ledere per sempre i rapporti di buon vicinato) presto ve lo racconterò....:-)