sabato 29 giugno 2013

GAY E CUCARACHE



Ibiza è spettacolare. 
Il fatto di trovarsi geograficamente a due ore di volo dall'Italia sembra inflazionarla un po' ma, personalmente, trovo che sia un'isola piena di magia.
"Wow!!! che abbronzatura!!  dove sei stata? "
Vuoi mettere quanto sarebbe fico snocciolare in faccia a qualcuno "sono andata alle Mollucche, vengo da Kiribati, sono di ritorno da Sint Eustatius" !!
Inspiegabilmente, più un posto è lontano, più acquista quel fascino che sa di sconosciuto agli occhi degli ignoranti. 
Così la chiamerò Eivissa. Alla spagnola, per tirarmela...  sono di ritorno da Eivissa.
Ci sono delle calette dal mare cristallino favolose. 
Ho impiegato  un po' a convincere mia figlia che è assolutamente normale addormentarsi e risvegliarsi con un uomo nudo a un metro da te, che spiaggia il suo sedere abbronzato e/o  altre parti del corpo al sole ma, una volta accettata la situazione, ci si abbandona  all'idea che i fondamentali di  Eivissa sono due:
1) a nessuno frega niente di come sei
2) se ti fai gli affari tuoi eviti di perdere un sacco di tempo, come spiegato al punto 1. 
Uomini, donne, gay, nudi, freak, giovani, vecchi.... tette.... ( pare vadano molto di moda le tette. Ho constato che qui le donne equiparano l'acquisto di un reggiseno al  rifarsi direttamente  le tette. D'altronde perché perdersi tra coppe A,B,C, elastici, prime, seconde e misure varie? rifatti le tette e risolvi il problema alla radice! )
Qui siamo tutti PEOPLE FROM IBIZA.
E noi tre, io, AMO' e la piccola Mire ci siamo calati interamente nell'animo hippie dell'isla .
Insomma, non che scorrazzassimo nudi per le spiagge, non che ci siamo riempiti di pearcing e tatuaggi, non che mi sia rifatta le tette...  però amavamo molto cenare nella via gay della città. 
Eliminate le voglie di essere degnata di un qualunque sguardo (Amò, abbronzato era desiderato come un  chupa chupa alla fragola ) mi sono divertita un mondo ad osservare gli sguardi famelici che gli uomini gli lanciavano. 
Ceniamo in un ristorantino adorabile, con portate adorabili, passeggio adorabile ed un adorabile cameriere gay che arrossisce ogni volta che il suo braccio sfiora amò tra una piatto ed un bicchiere.
Così, alla fine di una deliziosa cenetta, dove ho avuto la stessa considerazione della brocca dell'acqua, decido di spostarmi su una panchina all'altro lato della strada, per fumarmi una sigaretta senza importunare nessuno.
Forse, i quattro marocchini che vi parcheggiavano prima di me intenti a fumarsi una canna avrebbero potuto suggerirmi l'idea che il posto non fosse troppo adatto al relax dopo cena,  ma io stabilisco che quell'angoletto è perfetto e mi accomodo tranquillamente.
Accendo la sigaretta e respiro l'atmosfera briosa che mi circonda tutta felice.
A metà sigaretta vedo materializzarsi rapidamente dal muro qualche cucaracha e, mentre realizzo che questa sorta di blatta è  il doppio delle nostre, che è rossa ed ha antenne lunghe come il mio mignolo, una di queste, velocissima, si attacca al bordo della mia gonna pantalone.
Balzo in piedi di scatto.
Insceno una sorta  di pazzo sirtaki  in mezzo alla strada, saltellando avanti e indietro, sbattendo in su e in giù i lembi della gonna, facendo uscire le gambe a destra e sinistra dagli spacchi laterali  mantenendo l'aplomb di una scimmia.
Una tavolata di 6 tedeschi mi guarda allibita con l'espressione a metà tra il compatimento e lo schifato, come se mi stessi divertendo a giocare a nascondino con uno scarafaggio gigante! 
 Dal dietro un passante impietosito mi viene in aiuto con un cricco sulla spalla e la cucaracha viene sbalzata via di colpo.
 "Oh merda!!!! ma allora ce l'avevo davvero!!"
E se ne avessi un'altra?????? 
Rapidamente calcolo quanti minuti sono stata appollaiata sulla panca e la mia mente degenera in uno scarafaggio che si infila nelle mie mutande così,  per evitare ulteriori figure da cretina, urlo a mia figlia che si sta affogando in una mousse al cioccolato:
"andiamo a fare la pipì!"
"Ma mamma, non ce l'ho!!!!
"Sì che ce l'hai!!!! "
E senza nemmeno chiudere a chiave la porta la posiziono sul water e con foga mi spoglio di tutto e lancio vestiti sul lavandino.
"vedi degli insetti strani? Ho degli scarafaggi nei capelli?"
"Guaaaaarda mammaaaaa..... che bagno bellooooo , pieno di libri.... "
In effetti  ci sono libri ovunque.
E la porta si apre.
La tedescona di prima affaccia il suo faccione rosso.
"Aaaaaahhhhhh sooooorrrrryyyyyy " mi fa lei.
Io sorrido mentre vorrei sprofondare via.  Come potrei spiegarle  in spagnolo che sono nuda perchè  sto  dando la caccia a una cucaracha? così, con tutta la dignità possibile indìco con nonchalance mia figlia sul water che legge Dostojewsky al contrario... Come se il problema fosse lei.
"Ma perchè è entrata?"
"Perchè non ho chiuso la porta.... ma poi Mirea lo sai una cosa? " Le dico mentre mi rivesto "Credo che le cucarache siano un po' come le coccinelle, mi sa che portino fortuna!"
"Perchè portano fortuna?" Chiede lei poco convinta.
" Perchè qualcuno l'ha cantato:
la cucaracha, la cucaracha, 
ya no puede caminar, 
porque le falta, porque no tiene 
marihuana que fumar....."
Vamos chica... Andiamo a prelevare tuo papà se no se lo mangiano i gay...
"Cosa sono i gay?"
"una cosa bellissima, niente a che vedere con gli insetti, Xò questo l'impariamo un'altra volta..."
La cucaracha ....la cucaracha....





domenica 9 giugno 2013

SURF E DENTI

Il tempo volge al bello. Tra poco partiremo per le vacanze!!! Meta Ibiza.
Mi ricorda l'isola di Fuerteventura: sole, spiaggia e surf. 
Sì... Data la distanza relativamente breve, tutti gli europei amanti del surf, almeno una volta nella vita, cavalcano le onde atlantiche di Fuerte.
 E noi?
Dopo un bel viaggetto da Barcellona, partenza volo alle 4.40 in una notte di completo black out della città spagnola, in cui caricarono più tavole da surf che valigie di vestiti, ci unimmo ad una banda di biondoni ( il surfista tipo è capellone, biondo ed abbronzato) ed arrivammo a Corralejo.
Considerato l'aspetto da "point break"  di Amò, già pratico di tavole and co. x vari viaggi in costa rica ed Indonesia, decisi di abbracciare questa sua passione e di prendere qualche lezione. 
E così iniziò la tragedia.
Uno si immagina la vacanza come un periodo sereno in cui gustarsi una bella colazione, sdraiarsi sopra una comoda sdraio e godersi il mare dal di fuori. 
Ebbene, se fai surf, il mare te lo godi dal di dentro e qualche volta ti entra proprio dentro... il che comporta:
1) Alzarsi alle 6.30 e venire sbattuti dentro un furgone di pazzi con musica a palla mentre stai ancora cercando di convincerti che non è vero, che stai ronfando sul cuscino e che è solo un sogno.
2) Trascinarsi una tavola gigante su e giù per rupi e scogliere fino a raggiungere spiagge selvagge alla randa del sole.
3) Iniziare la mattinata con mezz'ora di corsa e piegamenti modello recluta militare che piuttosto mi sarei tagliata una gamba.
4) Lanciarsi in un mare gelido pagaiando con le braccia, nel tentativo di dirigere al largo una stronzissima tavola di legno che se ne va ovunque tranne che dove vuoi indirizzarla tu.
5) il tutto per farsi riportare dall'onda a riva, possibilmente in piedi, nel mio caso, possibilmente viva.
X 3 giorni infiniti ho sentito sbraitare " Barbara di qua, Barbara di la, Barbara qui, Barbara lì" fino all'esaurimento mentale. 3 giorni di braccia distrutte e gambe che non mi reggevano in piedi.
Ogni qualvolta provassi ad avanzare in qualche modo, senza peraltro capire cosa cavolo ci stessi facendo alle 8 di mattina in mezzo all'oceano, sentivo distruggere la mia autostima. In brevissimo tempo ho realizzato che l'impresa per me sarebbe stata fallimentare, e stanca di massacrarmi palle e muscoli, ho rinunciato con grande gioia alle mie lezioni (pagate anticipatamente).
Ho assunto il meno faticoso ruolo di fidanzata di "amò delle onde", gongolandomi  al sole, mentre gli altri marciavano a mo' di caserma fuori e dentro l'acqua.
Una mattina, ( il mio sforzo consisteva nel contare una serie di sassolini luccicanti che avevo raccolto) vedo amò, davvero bellissimo nella sua muta nera e azzurra, col capello bagnato reso ancora più biondo dalla salsedine, cavalcarsi un uno/due di onde favolose... Patrick Swayze era una nullità rispetto a lui!
Ad un certo punto vedo un'onda gigantesca travolgerlo ed inghiottirlo.
Tragico. La mia paura,  la sua tavola venir sparata verso il cielo, spruzzi, improperi vari, un caos pazzesco e....  LUI.
Lui che arranca, lui che ansima e risale verso di me con una faccia a metà tra l'incazzato e lo sconvolto.
"Amò!!!" Faccio io con costumino rosa e conchigliette in mano, come se si fosse bagnato le unghie  nel lungomare di Cesenatico.
"HO PERSO IL DENTEEE!!!!"  mi urla lui
Ho perso il dente? Come fai a perderti un dente?
 Perdi le chiavi, i fazzoletti, se proprio proprio sei sfigato perdi il portafoglio.. . Non puoi perdere un dente!!
"Cosa?" Rispondo angelica tra il vento e il mare mentre lui, mano alla bocca, traffica per sganciarsi dal piede la tavola.
"Ho perso il dente... Quello che avevo qui!!!!" Urla indicando un buco tra incisivo e canino.
"Ahhhhhh..... Il dente che avevi lì.... ahhhhhh" Faccio io, trattenendo una risata e per dare il giusto peso alla tragicità del momento "stai tranquillo!!! non c'è sangue!"
"Ho perso il dente!!!"
" ho capitoooooo!" Hai perso un dente... Che sarà mai un dente!!!
Diamo inizio ad un'improbabile ricerca tra le onde.
Neanche il mare ce lo possa rilanciare a riva come una palla da tennis!
"Dai... " Gli dico "Magari te lo sei ingoiato.... Può essere che lo passi con la cacca!" 
Insomma, l'alternativa era passare i successivi due giorni a controllare cacca o darci per vinti.
Ma, considerato che non deve essere bello farsi rimontare un dente che si è fatto un giretto nel tuo intestino, decidiamo di giocarci la carta dell'eroe e mostrare orgogliosi un sorriso non proprio alla Bramieri.
Insomma.... Quest'anno mi sono informata per bene... A Ibiza si balla, si beve, si canta  ma non si surfa.
 Al peggio puoi incontrati Belen con pargolo al seguito.... io però, per precauzione, ho messo in valigia il mio dental passport, non si sa mai!!!!




lunedì 3 giugno 2013

BENEDETTE LENZUOLA BENEDETTE

Ebbene sì.  Ettore ha un follower.
Oggi, ingranata la retro, noto Rio (un dolce meticcio nero, nonchè cane della mia vicina) fissarmi  curioso col suo bel campanellino al collo.
"vè.... " -penso innocentemente-"Rio è libero... chissà come mai?"
Appena parto, Rio, emulo di Ettore, si lancia all'inseguimento della mia auto.
Oh noooooooooooo.... ma cos'ho? un kilo di salsicce nascosto nel baule? 
Ma si divertono a farmi scorrazzare avanti e indietro come un taxi, ogni volta che,  in perenne ritardo, devo catapultarmi al lavoro?
Forse dovrei installare un'insegna luminosa"DOG's TRIP"sulla cappotta con  tanto di istruzioni sulla sportella:
1) tenersi pronti ad urlare non appena si visualizza un cane.
2) rallentare in prossimità del bidone della spazzatura (perchè è lì che ho appurato l'animale vi taglierà la strada probabilmente col dito medio alzato!)
3) caricare il cane (valido anche in giorni di pioggia, fango, neve,  etc. etc.)
4) ripercorrere la strada in retro e far scendere il cane scodinzolante
5) ignorare chiunque vi stia guardando, fingendo di non sapere cosa pensano di voi e ripartire velocemente .
Comunque, ho capito che per non compromettere la mia attività di trasporto cani, devo smetterla di accatastare roba sul sedile posteriore.
Mia nonna, brillante novantenne un po' sorda, ha  valutato "surplus" un po' di cose troppo belle per giacere inutilizzate nel suo armadio:
"Guarda come sono belle!!!!"
"Sì, ma sono un po' anticheeeeeeeee... " sbraito io cercando di non smorzare il suo entusiasmo. 
"Prendile prendile!!!"
"NONNAAAAAAA " urlo, usando anche le mani  come ultima risorsa "sono piccoleeeeeee, non vanno beneeeeeeeee!!!
"Prendile prendile!!!!"
"NONNAAAAAAA, ne ho già tanteeeeeeeee!!!!"
"Prendile prendile!!!"
Senza sapere come è potuto succedere, pur di finirla con quello strazio di urla in orario di pennichella postprandiale, sono uscita da casa sua senza voce, con una vagonata di lenzuola anni 70 che spaziano dai  fiordalisi ai rombi color senape, pannetti in lana panna e verde acido, federe spaiate e copertine all'uncinetto. 
In attesa di decidermi se classificarle "vintage" o semplicemente destinarle alla "raccolta panni vecchi" le ho parcheggiate sul sedile e me le scarrozzo da una settimana.
Sembra l'inizio di un'attività parallela di vendita biancheria casa di seconda mano!!
E con tutta questa montagna di cianfrusaglie stasera sono andata a far benedire l'auto.
Caricata la figliola, siamo arrivate durante il secondo segreto di Maria.
"Scusi" faccio io stringendo mia figlia "quanti sono in tutto i segreti? Sa, fa un freddo cane stasera... nel caso aspettiamo in macchina..."
Scoperto che i segreti sono 5, dopo un rapido calcolo mentale di 10 Ave Maria per segreto, decido di aspettare in auto il momento della benedizione e munisco mia figlia di un po' di monetine da appoggiare nel cestino in cambio del santino che ci verrà regalato.
Quando le auto iniziano a muoversi, dopo aver schivato un ottantenne che ha provato più volte a centrarmi fiancata e baule ed un neopatentato alle prime armi (ma quel bambino lì ha la macchina??? il commento della Mire - Purtroppo sì... il mio) arrivo davanti al parroco che ci guarda e ci benedice. 
"Prepara le monetine Mire, mi raccomando!!" 
"Sì mamma" dice lei tenendole ben serrate nei pugni
"Stai pronta che le devi mettere nel cestino dei bambini" insisto considerando il breve tempo a disposizione per l'operazione.
"Sì mamma"
"Devo essere svelta, capito??" 
"Sì mamma!!!!!!" 
Ok, HA CAPITO, SONO SERENA, MI SENTO ASSOLUTAMENTE TRANQUILLA.
Abbasso il finestrino e mentre cerco di spingermi contro il sedile per permetterle di allungare le monetine, lei decide di velocizzare un po' troppo la cosa. 
Parte....  con un lancio degno di una sassaiola, sfionda una brancata di monete addosso ai bambini.
"Ma vuoi uccidere i chirichetti???? " Grido incredula mentre questi poveretti cercano di acchiappare al volo la pioggia di Euro che li ha colpiti all'improvviso. 
Considerando che abbiamo bloccato parroco, macchine e benedizione e che i chirichetti non si sono ancora ripresi dallo shock, me ne frego dei soldi sparsi sull'asfalto, arraffo il santino e riparto con figlia e lenzuola al seguito,  chiedendomi perchè. 
MA PERCHÉ' , PERCHE' DICO IO OGNI VOLTA NON CE LA FACCIO A FARNE FINIRE UNA BENE??
Poi guardo il santino... con quel bel viso gaio e tanto simpatico di Papa Francesco, e leggo la sua preghiera:
" Insegnami ad usare la mia macchina per i bisogni degli altri
 (in particolar modo dei cani... a questo punto)
a non disprezzare le bellezze che TU hai creato
 (quindi, forse pure queste lenzuola??)
affinché possa  con gioia e cortesia continuare la mia strada
 (anche perchè se restiamo qui un minuto di più, benedette o no, rischiamo il linciaggio...)
AMEN"