Oggi Amò mi ha salutata.
"Ci vediamo a settembre” mi ha detto.
Per la cronaca Amò non è il parrucchiere che una volta al mese mi spunta la frangetta.
Amò sarebbe mio marito.
Potrete immaginare che vedere tuo marito, al 3 di Agosto, partire con un trollino nel quale io riuscirei a malapena a farci stare le cose per la gita a Gardaland, che ti dice “ci si vede a Settembre”, un po’ di tristezza la fa.
Ecco, vorrei chiarire anche che Amò non parte per Compostela. Va in tournée.
A dire il vero la tournè è iniziata ad Aprile, proseguita via via in crescendo fino a Luglio (mese in cui mi ha detto “porta pazienza”) ed è giunta al suo culmine adesso, mese in cui per 30 giorni suonerà 30 volte, su e giù per l’Italia.
Una roba che quando entra in Autogrill ordina “il solito”!!
Sta di fatto che questo è il suo lavoro e che siamo in un momento in cui bisognerebbe baciarsi i gomiti per il solo fatto di avercelo il lavoro, motivo per cui non mi è consentito opporre reclami.
D'altronde anche l’impiegato o l’operaio ti salutano tutte le mattine, con la differenza che loro ti dicono: "ci vediamo alle cinque”.
Tu hai il tempo per pulire il bagno, comprare l’insalata, andare a prendere tua figlia a scuola, se ti va bene riesci pure a lavarti i capelli ed ecco che lui si rimaterializza giusto giusto per cena.
Per un musicista è un po’ diverso.
D’estate la gente va in ferie, non sa che cazzo fare ed esce a farsi una birra mentre guarda un concerto, motivo per cui, quando gli altri fanno vacanza, lui lavora di più.
Ma il dramma, perché non può essere tutto così semplice, il vero dramma riguarda la moglie che resta a casa, spesso con prole al seguito (sempre che gli freghi ancora qualcosa del marito e che non abbia già chiesto il divorzio).
Questa poveretta, il mese più caldo dell’anno, invece di insaccare le pinne nello zaino e partire per Ibiza, se resta a casa a leggere i cartelli “CHIUSO per FERIE” che spuntano come funghi, mentre discute con le badanti su dove recuperare due cornini di pane.
“ Ma come fai? “mi chiedono tutti.
Ebbene, funziona così:
La mattina ci sentiamo per telefono.
E’ un po’ come se lui fosse a casa.
Ciao, tutto bene? Sì? Dormito bene? Com'è l’hotel, dove vai oggi, dove pranzi e bla bla bla.
A volte ti senti pure fortunata ad organizzarti la mattina senza avercelo in giro per casa che si sbarba appena hai finito di lavare il lavandino.
Verso le 11.00 appare su FB la sua foto in costume, sulla spiaggia di Mondello e lì… già iniziano a girarti i coglioni.
La telefonata del dopo pranzo è tipo questa:
“Allora?” (non si chiede come va perché tanto lo hai appena visto su FB e sai per certo che male male non sta)
“ciao tesoro, sto mangiando”
Sto mangiando significa che tu hai appena finito di fare i piatti mentre lui è “Da Peppino” a farsi il calamaro gigante che Peppino è andato di notte a pescare con la lampara.
Il ché, provoca in te un moto di fastidio che lui avverte e placa d’anticipo con un “oggi però mi devo fare 4 ore di macchina perché stasera suoniamo a 300 km, dobbiamo cenare con Pulcinella e non suoniamo prima di mezzanotte!!”
Tu immagini lo sbattimento, ti dispiace pure un po’, ti auguri comunque che il calamaro gli si pianti sullo stomaco e riattacchi.
Mentre lui scarriola per l’Italia, tu continui con la tua vita di sempre, nella calura padana.
Intorno alle 18.00, quando in giro iniziano ad esserci più zanzare che esseri umani, lui ti what’sappa.
“sono arrivato tutto bene”
Seguono faccine, cuoricini, animaletti vari.
Ci si scambiano le impressioni della giornata, qualche volta ci si manda una foto.
Tipo io che raso il prato, io che taglio la siepe, io che aggiusto il lampadario, io che sbaracco il garage, io che spazzo il cortile, lui che beve una birra, lui che sfila con gli accappatoi degli hotel, lui che gioca a nascondino per le vie del borgo o giù di lì.
La giornata prosegue senza troppi intoppi.
La parte difficile arriva verso l’orario in cui il concerto dovrebbe essere terminato.
Perché finché lui è sul palco tu sei certa che l’unica cosa che può suonare è la sua chitarra.
Finito il concerto qualsiasi dubbio è lecito.
Dopo l’una iniziano ad apparire sui social varie foto, e siccome io non vado mai a letto prima delle due, le vedo tutte.
La foto numero uno è lui che suona.
Pensi che bello, che bravo...
La foto numero due è della fanciulla che ha aspettato la fine del concerto, per farsi una foto ricordo col cd in mano. Pensi che carina….
La foto numero 3 è quella degli amici. E pensi vè che c’è Maria, Angela, Piera ecc… e sei felice per loro che si sono godute una bella serata.
La foto numero 4, seguita dalla 5, dalla 6, e così via fino ad un numero indefinito che spazia da 7 a infinito sono foto coi fan.
- Fan di sesso maschile: si resta sul divano a rotolare il dito sullo schermo con gentile lentezza.
- Fan di sesso femminile: si solleva la testa dal cuscino soffermando il dito sullo schermo con pacato autocontrollo.
Diciamo che sopra ai 50 anni sorrido, dai 30 ai 50 confronto, sotto i 30, se è pure carina, capita che mi incazzo.
Non sempre… qualche volta.
Anche perché, ammettiamolo, la partita "io contro tutte le donne d’Italia” (e mettiamoci pure la stagione turistica) è persa in partenza.
Una volta, una tipa si è fatta un servizio fotografico che poteva competere col mio album di matrimonio (che ancora non ho, ma che presto stamperò).
Capita poi che qualcuna poi scriva, mandi messaggi, lasci biglietti.
Amò per gentilezza risponde, io, sempre per gentilezza no.
Ma la cosa che mi lascia perplessa, alla quale ancora fatico a credere è che lo stesso uomo che si aggira per casa mia abbia delle fan.
Sì, ammetto che è brillante e belloccio ma è lo stesso elemento che non mi dice di aver scaricato le magliette sudate della palestra nel cestone, procurandomi uno svenimento ogni qualvolta lo apro!!!!
Ora, io credo che essere fan sia una cosa bellissima.
Pure io ho un piccolo stuolo di fan: i vecchietti del bar che mi guardano le gambe quando passo in bicicletta. Ed alla mia età non è roba da poco.
Ero Fan di Madonna una volta.
Ho sognato di girare con lei il sequel di “Cercasi Susan disperatamente”, sogno avveratosi con “Cercasi Amò disperatamente”.
Ho comprato il libro di Kate Moss ed ho tutti i CD di Grignani. Ma mi fermo qui, senza follie.
Forse perché mi è sempre stato chiaro che il fan-club è bellissimo, il Fan-culo meno.
C’è una sottilissima linea di confine che a volte sarebbe meglio non prevaricare per il semplice rispetto della vita privata altrui.
A tutti i livelli.
Di solito la telefonata del dopoconcerto, quella in cui si sentono la musica, le chiacchiere e le risate in sottofondo è sempre un po’ una merda e dormire con a fianco un cuscino vuoto non ha poi tutti questi lati positivi.
Poi però passa la notte, giorno dopo giorno passa agosto, e tutto quel che resta sono solo foto, volti e ricordi che svaniscono nei meandri di cronologie superate, un po’ come la roba sporca della palestra che, peraltro, ho smesso di lavare.
Non ho però smesso di nutrire una speranza: prima o poi la tournée finirà, Amò tornerà a casa e riaprirà quel benedetto cesto con la roba sporca...
Non vedo l’ora, sarà Fan-tastico!!!!
Buone Vacanze a tutti!!!!
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