sabato 22 febbraio 2014

E non si può non dire San Remo....

Io non ho visto San Remo. Nemmeno un minuto.
Quando ero piccola mia mamma la sera di San Remo faceva i cappelletti.
Io registravo le canzoni sulla cassettina davanti alla tv, venivano come venivano.
Di solito piuttosto da schifo.
Mi faceva scrivere i nomi dei cantanti in gara, fermandosi con un sospiro dal tirare la sfoglia quando compariva Christian.
Finiti i cappelletti era finito anche il festival, e tutti a letto col nome del vincitore su cui rimuginare durante il sonno.
C'era la classifica.
Sapevi chi era lo sfigato che arrivava ultimo e, tra tutte le polemiche, lo sfigato che arrivava primo.
C'era il toto valletta.
E c'erano Al Bano e Romina che cantavano "Felicità" per mano prima di picchiarsi in tribunale.
Mi piaceva molto San Remo.
Poi, nell'86 ho subito il mio trauma infantile.
La comparsa di Luis Miguel vestito di bianco tra i fiori dell'Ariston, mi ha buttato in una profonda depressione pre adolescenziale.
Il momento in cui ho capito che avrei potuto continuare a baciare lo schermo per mesi e che lui, il RAGAZZO DI OGGI NOI, non sarebbe uscito dalla scatola magica, mi ha fatto a pezzi.
Ho ballato con il suo fantasma, ho pianto davanti al poster di Cioè e Dio solo sa cosa ho fatto coi miei orsacchiotti, ma non ho più guardato San Remo.
Quest'anno ci ho riprovato ma la prima volta c'era la Casta che usciva da una banana, la seconda volta c'era la Smutniak incinta di non so chi dato che Tarricone, pace all'anima sua, è morto e la terza c'era la pubblicità.
Poi io i cappelletti non li so fare.... Christian avrà 80 anni e mettere a letto mia figlia mi impegna per circa un'ora e mezza.
Se escludiamo che gli appostamenti in giardino per far rientrare il coniglio nano si portano via il resto della mia serata, non ho avuto molte possibilità di seguire il festival.
Da una rotolata veloce su Facebook mi è parso di capire che stasera però ci fossero Crozza e Ligabue.
Mi è dispiaciuto essermeli persa... ma credo che potrò sopravvivere fino a domani, quando i tg e Youtube li riproporranno  ad oltranza.
Chi non so se sopravviverà è invece il coniglio nano perchè stavolta non ce l'ho fatta a prenderlo.
L'ho attirato col cibo in lavanderia agitando il sacchetto per farmi sentire, l'ho rincorso con una scopa addentrandomi nella siepe, mi sono appostata al buio dietro agli scuri della porta finestra.
Quando i vicini stavano per chiamare il 112 ho deciso di mollarci e di abbandonarlo alla gelata notturna con la speranza che almeno entri nella casetta che gli ho preparato.
Entro domani sera conto di sapere anche chi ha vinto.... sarà una bella canzone che sentiremo per un po' mentre riempiremo il carrello al supermercato.
Volenti o nolenti, telespettatori o belli addormentati sul divano, televotanti o telefonanti in ansia dal blocco di "what's up" tutti ne abbiamo parlato.
Pure io che farei meglio a starmene zitta.
E mi è venuta una gran voglia di riguardarmi Luis Miguel.
Ho cercato il link e mi sono rivista la sua performance e sono rimasta sconvolta.
A distanza di quasi vent'anni mi ha shokkato ancora una volta.
E' uguale al mio coniglio!!!


Stessi denti, stessi occhi, stesso modo di muoversi impacciato.
Mi sono sentita così in colpa che mi è toccato correre fuori a cercarlo..... spero di farcela a prenderlo prima che venga mattino.
Intanto Buona notte!!!

mercoledì 12 febbraio 2014

UN VENERDI' AL MERCATO

Venerdì, dopo 10 anni, sono andata al mercato di Reggio Emilia.
Credo che ci tornerò, forse, tra altri 10 anni.
Non so cosa mi aspettassi. Rimaneva l'illusione di ritrovare la città che percorrevo nelle mattine in cui facevo cabò da scuola.
Si faceva spesso "fuga" da scuola, specialmente al venerdì, specialmente quando c'erano due ore attaccate di matematica con quell'insegnante che in 5 anni, la cosa più carina che mi ha detto è stata "Aguzzoli, ti vesti come una puttana".
Direi un ottimo incentivo per ripresentarsi alle sue pallose lezioni di funzioni, teoremi e parentesi tonde, quadrate, graffe che nella vita ho ritrovato solo nei ricamini sulla carta igienica, nei momenti di totale relax nel mio bagno.
Comunque, durante la sua spiegazione, io ero in giro per il centro, con l'Invicta sulle spalle, il cornetto del mio bar preferito nella pancia e tanta voglia di vita in giro.
La via Emilia, percorsa di soqquatto, saltando furtiva da una colonna del porticato all'altra, offriva uno spaccato di quello che era una città viva.
Lavoranti in giacca e cravatta, persone sorridenti che passeggiavano, vetrine colorate e negozi pieni di gente.
Per la cronaca io vestivo quasi sempre coi Jeans ed una giacca in pelle marrone.
Quel che di quella professoressa mi è rimasto nel tempo è il dubbio di cosa, nel mio outfit, non le andasse giù.
Il Martedì e il Venerdì poi c'era il mercato pieno di colori, bancarelle con abiti firmati, scarpe in pelle (cosa ormai introvabile) ed un sentore di allegria che folleggiava nell'aria.
La settimana scorsa ho visto la mia città agonizzante in un grigiore che ti spinge sull'orlo della depressione.
Ho parcheggiato l'auto in un grande parcheggio gratuito fuori dal centro e con il tram ho raggiunto quello che dovrebbe essere il cuore della città.
Già prendere il tram è stata un'esperienza indimenticabile dato che gli autisti non ti dicono nemmeno buongiorno.
Ti guardano salire con quel leggero ghigno che lascia supporre che, se potessero, ti stritolerebbero in mezzo alle porte automatiche.
Mentre cerchi di aggrapparti a qualcosa, qualsiasi cosa che non sia il pene del tuo vicino che ti guarda eccitato, provi a mantenere un contegno mentre ballonzoli a destra e sinistra a seconda del verso della curva presa con la delicatezza di un pilota di formula uno.
Ascolti interessanti discorsi che preferiresti non sentire, di poveretti che hanno investito i loro averi nell'ultima sala giochi sbucata al posto del panettiere e speri che ci sia una fermata vicina al luogo in cui vorresti scendere al più presto.
Sì.... perchè dopo 10 anni che non prendi un tram, mica lo sai dove ferma!!!
Per non rischiare di ritrovarmi in piena campagna, sono scesa in un punto che probabilmente era ad un paio di chilometri dalla meta, uccidendo i sogni erotici del mio vicino di bus, che quasi non riusciva più a trattenere le mani.
Mi é sorto il dubbio che questa specie di persone sia parte integrante del biglietto. Paghi un euro per la  tua corsa, maniaco incluso.
I negozi più belli della via Emilia non ci sono più.
Restano vetrine vuote, tristi pavimenti con calcinacci caduti dal soffitto, qualche striscia di carta mollemente penzolante dalle porte e vari cartelli, rimanenze di saldi per cessata attività.
Le bancarelle altro non offrono che montagne di schifezze.
Non montagne di vestiti, rimanenze di stock o partite di cose firmate.
Solo rimanenze di quelle cose che probabilmente tu hai buttato nella raccolta di abiti credendo di aiutare i bambini del Madagascar e invece ritrovi in vendita qui, a un euro tre pezzi.
E la cosa più triste è che c'è una calca di gente inimmaginabile che si scazzotta per cercare il terzo pezzo a 0,33 periodico (fanculo la mia prof.) accontentandosi della maglietta con la patacca di olio piuttosto che del reggiseno dal pizzo smollato dagli eccessivi lavaggi in lavatrice a 60°.
Ti guardi intorno e vedi i due leoni di piazza San Prospero che stanno per addormentarsi.
Una volta, tanto per fare i cretini, ci si sedeva sopra.
Oggi è vietato.
Non si sa mai che il tuo culo sfondasse la pietra rosata in cui vennero costruiti.
Potevi immaginare di cavalcare Simba, e non avevi nemmeno lo smartphone per farti la foto, ma sorridevi.
Un mercantino urlante ha attirato la mia attenzione: "donne!! non aprite le confezioni di collant!!" "insomma!!! non aprite i collant". Ho immaginato quest'uomo tirare fuori una mazza e prendere a bastonate le donne impazzite. Suppongo che prima di mezzogiorno tre o quattro siano finite in fila al pronto soccorso per aver smangiato un collant 20 denari color daino.
Io non ho visto nessuno sorridere.
Ho visto solo una moltitudine di gente informe, dentro cappotti grigi e giacche a vento che sapevano di grigio.
Una società multietnica dove la maggior parte delle donne indossava un velo in testa.
Avresti potuto essere benissimo nella piazza del mercato di Marrakech, con la differenza che qui mancavano i colori ed i profumi delle spezie.
C'erano profumi sì. Ma non di spezie.
Ogni tanto mi annusavo le ascelle per essere certa di non essere io a puzzare così.
Non si sa mai: la camminata, la botta ormonale del maniaco del tram, il pre-mestruo...
Fortunatamente non ero io. L'odore era proprio in giro, nell'aria pesante.
Ho deciso di  comprarmi una pizza. Lì nella piazza c'è un forno storico.
Un forno che fa una pizza morbida e calda. Non propriamente leggera, ma davvero buona.
Ho deciso di entrare.
Cazzo. Ci vuole la laurea.
Prendi il numero. Prendi la pizza. Ti danno la tessera per il cibo. Paghi il cibo. Prendi il bere. Paghi il bere, 0,15 cent la borsina, saluti, nessuno ti caga, picchi quattro persone e riesci ad uscire.
Torni in mezzo alla folla, sei così nervoso che picchi altre due persone ed inizi a mangiare la pizza.
Però ti accorgi che non ti hanno dato nemmeno un tovagliolino e la vita vuole che una donna, dopo il secondo compleanno del figlio, smette di portarsi in borsa le salviettine umidificate.
Così ti arrabatti cercando di lavarti le mani con l'acqua della bottiglietta prima di succhiarti le dita sgocciolanti di pomodoro e loro, quelli delle tre magliette a un euro, ti guardano come una pezzente.
Sto mangiando una pizza.
Non sto rubando una borsa, non sto cavalcando il leone, non sto chiedendo l'elemosina, non sto molestando qualcuno sul tram.
Sto solo mangiando una pizza.
Ho deciso di ritornare al parcheggio.
Ho incontrato per caso il tram giusto. Ho dovuto accelerare un po' il passo per evitare che  l'autista mi passasse davanti col dito medio alzato e sono tornata alla mia macchina.
Il clou dei discorsi dell'autobus sono passati dagli investimenti nelle sale gioco alle visite mediche a pagamento.
Mi sono intristita anche io.
Di tutto al mio giro al mercato ho comprato solo due paia di calze per Amò.
Se non me le avesse commissionate non avrei preso nemmeno quelle.
Come dicevo all'inizio credo che ci tornerò forse tra altri dieci anni.
Non so... sono rimasta delusa dalla mia città, delusa dal fatto che non ci ho trovato più nulla di colorato.
Ho rimpianto la mia professoressa che mi guardava con disprezzo per non so cosa.
Se in quinta superiore avessi immaginato che vent'anni dopo i ragazzi che fanno cabò si sarebbero ritrovati a passeggiare in mezzo a questa tristezza gliel'avrei detto: "grazie Prof., grazie per avermi trattato così. Almeno durante le sue ore mi sono divertita in giro per Reggio!!!.... se nel mentre lei fosse andata in pensione, e per andare al mercato dovesse prendere il tram ecco.... il tratto Foro Boario - Piazza Gioberti è servito benissimo... stesse per cadere, sa dove attaccarsi!!"
:-)



lunedì 10 febbraio 2014

grazie per questa sorpresa!

Quando apri le mail della mattina e scopri che hai ricevuto un "premio blogger", la giornata è decisamente più sorridente di quando apri le mail e scopri che a 29,90 qualcuno potrebbe aver acquistato per te un mazzo di rose rosse su groupon.
E' anche meglio delle setole di ricambio per lo spazzolino elettrico in offerta o della promozione Vodafone per la tua ricarica telefonica.
Io sono una di  quelle persone che, quando c'è da vincere qualcosa, viene piazzata dalla sorte nell'ultimo buco sottoterra. Non vinco mai niente.
Se omettiamo un pedalò della pantera rosa alla tombola di 5a elementare ed una piastra per capelli alla pesca di beneficenza, direi che la Dea Bendata deve avermi da tempo dimenticata in quel buco senza fondo.
Eppure oggi, questo adesivo che si riempie di affetto, stima reciproca e curiosità per l'impegno che metto per migliorare il mio blog, è arrivato proprio per me.


Per questo devo ringraziare Firmatocarla http://firmatocarla.blogspot.it/
per aver pensato a me con un premio così carino.
La vincita del premio implica queste piccole regole che riassumo di seguito:
  • ringraziare il blogger che vi ha premiate
  • inserire il bannerino del premio
  • elencare 7 cose di sé 
  • elencare 15 blog a cui donare il premio
  • avvisare tutti i vincitori
Fatte le prime due ora sono al punto 3.
Raccontare sette cose di me non è facilissimo anche perchè praticamente con questo blog tutti sanno tutto di me. 
Eppure proverò a fare del mio meglio dicendo che:
1) il mio cibo preferito è la pizza. Potrei anche mangiarla tutte le sere. Questa settimana credo di aver fatto quattro su sette (anche se due non erano proprio pizza pizza ma bruschette con pomodoro e mozzarella... cambia il nome ma poco la sostanza).
2) i miei gusti di gelato preferiti sono Bacio e Spagnola.
3) ho una vera passione per i carillons. Starei per ore a guardare le ballerine che danzano, ripetendo all'infinito gli stessi movimenti,  seguendo quelle cantilene lente ed un po' tristi che mi piacciono tanto. In alternativa li smonterei tutti per studiare quei meccanismi così semplici e perfetti che li fanno funzionare. A loro modo li trovo magici.
4) non sono capace di abbassare solo il dito mignolo della mano destra. Mi tiro dietro anche l'anulare. Si muovono in sincrono e non c'è nulla da fare.
5) ho la fobia degli uccelli. Detta così non è chiara. Ok ci riprovo. Ho la fobia dei volatili. 
Ho paura di tutti quegli animali che hanno penne, becco e zampe artigliate. Galline comprese. Deve essere una reminiscenza della storia del brutto anatroccolo che mi leggeva mia mamma. Quei disegni erano così brutti che mi hanno terrorizzata a vita!!
6)Sono sincera a oltranza. Anche risultando antipatica non riesco a tacere quel che penso (specialmente quando bisognerebbe stare zitti).
7) Mi piace camminare sotto la pioggia. 

Tutto questo detto ora nomino 15 blog che mi stanno particolarmente a cuore, nei quali vi invito a curiosare con calma:


Io corro ad avvisare.... buona giornata..... e speriamo smetta di piovere!!
:-)

giovedì 6 febbraio 2014

CINESI, MASSAGGI E DISCOUNT

Quando la tua vita inizia a sembrarti esaltante perchè hai comprato un apparecchio per massaggi ad impulsi significa che c'è qualcosa che non va, ma è proprio quando ti rendi conto che, di quel massaggiatore elettrico ad impulsi ne hai davvero bisogno, ecco... lì ti convinci che davvero qualcosa non va.
Ma andiamo per gradi.
Avendo più tempo a disposizione, ho pensato di rendermi utile dedicando un quarto delle mie energie all'economia domestica.
Per me questo significa non buttarmi a pesce nel supermercato più vicino a casa ma di oculare le spese in base ad offerte e promozioni.
Così, ieri mattina, sono andata al Lidl.
Se per molta gente la parola "discount" evoca immagini di extracomunitari disperati e poveracci che imbustano verdura avvizzita servendosi da scatoloni polverosi, mi sento di rassicurarli che questa idea da post-nucleare non corrisponde alla realtà.
Il discount (o almeno quello in cui sono stata io) è un supermercato carino ed ordinato, con marche sia italiane che straniere, con una normalissima clientela, commesse simpatiche, musica a palla ed una buona scelta di prodotti biologici.
Certamente occorre un briciolo di attenzione alla qualità di quanto viene offerto sui cibi deperibili tipo carne e pesce (che personalmente continuo ad acquistare dal macellaio e dal pescivendolo di fiducia) ma su tutti gli altri prodotti il discount non ha nulla da invidiare agli altri ipermercati.
I prezzi di pasta, biscotti, detersivi, prodotti per la casa e molto altro sono generalmente inferiori ma soprattutto c'è un divertente reparto "cagate inutili ma a questo prezzo vuoi lasciarle lì?" che alla resa dei conti ti creano un esborso pari o superiore a quello del "mi butto nel primo supermercato che ho di fianco a casa" vanificando il tuo tentativo di perfetta economa domestica.
O almeno.... a me succede sempre così.
Infatti, dopo aver risparmiato 0,50 cent sui tovagliolini di carta e ben 1 euro sulle fette biscottate ne ho pagati 19,90 per il massaggiatore ad impulsi elettronico.
Bello.


E' un corno vibrante, che proprio per la sua forma, puoi tranquillamente far arrivare alle tue scapole senza bisogno di eccessive doti da fachiro. Ha una funzione riscaldante ed una pallina vibrante che, ai maliziosi, potrebbe suggerire un uso alternativo, ma non è il mio caso.
Il vero problema è che quando lo sballi e ti ritrovi con questa specie di tubo dal dubbio aspetto che ti gratta la schiena, non puoi evitare di domandarti perchè non hai concesso il tuo corpo alle mani di un bravo massaggiatore che ti unge la schiena con olio profumato mentre ti rilassi tra candeline e musica zen.
Dopo tre minuti, quando non riesci più a parlare perchè stai vibrando insieme al tuo cervello, lo spegni, lo riponi nella scatola, lo fotografi tremolando e lo metti in vendita su E-bay.
Magari se lo cataloghi come attrezzo erotico hai più possibilità di venderlo.
Ma se un acquisto sbagliato ci sta, inanellarne tre in fila, uno dietro l'altro, ci sta un po' meno.
Dato che ultimamente il mio cane è innamorato ed il suo cervello è in pappa come se avesse usato il massaggiatore tutta la notte, ogni volta che apro il cancello questo scappa.
Ho comprato una catena ed un collare (solo per entrare ed uscire con la macchina, poi lo lascio libero.... non temete!)
Rientra Amò e vede il collare nuovo sul tavolo:
"scusa" mi ha detto "ma pensi di avere un pit-bull??"
In effetti la circonferenza del collare è circa tre volte quella del povero Ettore.
"mah..." faccio io "in effetti, anche la catena mi sa che sia un po' pesante per lui"
Ho aggiunto il "mi sa" per non dirgli che, al pomeriggio, quando gliel'avevo provata, Ettore non era riuscito a percorre nemmeno il  tragitto cuccia-erba ed aveva uno sguardo così depresso che la catena avrei voluto usarla per frustarmi.
Così stamattina ho deciso di unire spesa, passeggiata e cambio collare.
Mi sono mesa uno zainetto da quindicenne sulle spalle per camminare più libera, senza borse e borsette.
Ho comprato due chili di salsicciotti per il cane e la lettiera per il coniglio rendendo il mio zainetto leggero come un'incudine.
Cuffie alle orecchie, sono tornata al negozio dei cinesi (al mio paese abbiamo ben due megastore cinesi) ed ho chiesto se me lo potevano cambiare.
"Signola se non ha tenuto lo scontlino io no cambio" mi ha detto decisa la commessa alla cassa.
Ma ti pare?? Anche i cinesi si sono messi a fare i fighi adesso...
"Bene" ho risposto " tenete pule il vostlo collale di melda allola pelchè al mio cane non ci va bene ..."
Col mio zaino spezzaschiena e l'incazzatura dei cinesi sono tornata a casa con una spalla a pezzi.
E meno male che il massaggiatore ad impulsi non l'ho ancora venduto....

P.s.
Avevo comprato anche una di quelle scatole di biscotti danesi al burro, quelle in latta blu.
Mentre scrivevo questo post me la sono mangiata metà.... credo che al prossimo giro mi servirà anche un vibromassaggiatore snellente linfodrenante.
Chissà se al discount lo venderanno?
:-)