Non amo il Natale.
Non sono particolarmente attirata dal buonismo e dalla frenesia che aleggia intorno a questa festività.
Da piccola invece, quando lo spirito del Natale albergava nei miei occhi, poiché tutto il mondo si trasformava di colpo in un desiderio che le finanze dei miei genitori non potevano soddisfare, lo amavo moltissimo.
Come tutte le cose che non si possono avere.
Le luci sfavillanti che illuminavano strade e piazze, le fabbriche che gareggiavano per accendere l'albero più bello dell'anno, le vetrine strabordanti di sogni da incartare, il rosso delle stelle dei fiorai.... venivo inghiottita dalla magia di quei giorni.
Oggi vedo tutto con un occhio più cinico, un po' come se il Natale si fosse perso dentro ad un mondo che prova a mettere mano al tuo portafogli: per i regali, per le luminarie sul balcone, per i balocchi più strani, per l'albero, per il presepe, per la tua cucina che dovrebbe sembrare il set di una sit-com americana.
Ció non toglie che ho ancora voglia di provarci, di fare tutto il possibile per non spegnere il sogno del Natale, soprattutto per la mia bambina.
Così, passo dicembre altalenandomi tra un giorno in cui stramazzo tra vari ipermercati alla ricerca di una stella cometa, ed un altro in cui cerco il modo per sopravvivere ai suoi capricci, provando a non uscirne come l'asino del presepe.
Per creare l'atmosfera e fomentare l'attesa di questo giorno, ho deciso di prepararle un calendario dell'avvento.
Ho attaccato una corda al corrimano della scala, vi ho appeso 24 sacchettini in tela rossa numerati da 1 a 24, contenenti ognuno un piccolo regalino, da scartare a partire dal primo di Dicembre fino ad arrivare alla sera della Vigilia.
Cose sciocche: un pacchetto di figurine, cioccolato, un balocco.
Ogni sera ne scartiamo uno.
Inizialmente volevo confezionare i sacchetti da sola, cucendoli uno per uno, ma la mancanza di tempo mi ha portato dritto al negozio dei cinesi, dove gli unici sacchetti disponibili erano in tulle rosso, probabilmente infiammabile.
Il tulle é trasparente.
Difficile nasconderci dentro un ovino Kinder senza che venga riconosciuto!
Per non bruciare l'effetto sorpresa, sono stata costretta ad incartare i regali prima di infilarli nei sacchetti.
Per fare presto, ma soprattutto per non tornare dai cinesi, ho usato la carta di giornale, il primo che ho trovato.
Quello che mi è capitato sottomano è stato il Re degli affari", un giornale di annunci gratuito che si trova un po' dappertutto.
Sono partita ad incartare strappando fogli dall'ultima pagina.
Voi sapete cosa c'è nel retro dell'ultima pagina?
Adesso lo so anch'io.
L'entusiasmo della prima grande apertura si è pietrificato alla vista di mia figlia che studiava la cartaccia con impressa la foto di LUANA TRANS insieme alle sue amiche LITIA, RAMONA e NINA PANTERA in biancheria succinta e numero di telefono in evidenza!
Il tentativo di nascondere culetti, stelline sui capezzoli e bocche al bacio è stato tanto goffo quanto inutile perchè i bambini, si sa, vedono tutto quello che non dovrebbero vedere e chiedono tutto quello che non dovrebbero chiedere.
Di certo, le renne con Babbo Natale sarebbero state una scelta più azzeccata.
Comunque, sera dopo sera, i miei regalini vengono aperti, guardati e puntualmente dimenticati per sempre.
Sono certa che qualsiasi altro regalo, anche il più implorato del momento farebbe la stessa fine.
L'anno scorso io e Amò ci siamo svenati per esaudire la richiesta di un bambolotto che si chiama Baby Amore Pipì, popò, sederino rosso.
Ignara che questo androide richiedesse le stesse cure ed attenzioni di un bambino vero e siccome non era mia intenzione avere un secondo figlio, sono stata ben felice che Mirea l'abbia presto accantonato.
Questo mostro merita però due parole.
Innanzitutto era ricoperto da un silicone che al tatto assomigliava a vera pelle. Quando veniva azionato intonava una cantilena che andava di pari passo con una mimica facciale agghiacciante: "mamma... mamma... pappa.... pappa".
Al chè, seguendo perfattamente le 115 pagine del manuale di istruzioni, dovevi sfarmarlo con una pappetta preparata in precedenza con apposite bustine.
Pagavi 15 euro il kit di 5 razioni di pappa x scoprire (ma questo lo sapevi solo dopo averle comprate) che, il contenuto, altro non era che un cucchiaino di fecola di patate.
Con una confezione da 1 euro di fecola avresti potuto nutrirlo a vita.
La fecola andava mescolata all'acqua, precedentemente scaldata in microonde, e data al baby amore col biberon che, dopo aver succhiato per un po', faceva un ruttino degno di Franchino e una scoreggia che annunciava l'arrivo della cacca.
Se non eri veloce a mettergli il pannolone, o se non sigillavi perfettamente gli strappi dello stesso, nel giro di 20 secondi ti ritrovavi la stanza inondata di simil merda gialla.
Ma a rendere ancora più realistica la cosa c'era il fatto che al bambino si arrossava il sedere. Così, dopo averlo pulito, lo dovevi sciacquare con acqua fredda, cambiarlo e farlo addormentare prestando molta attenzione a non muoverlo pena ricominciare la trafila da capo e cadere in depressione post partum.
Ho odiato il baby amore dal primo momento, motivo per cui la esortavo a portarlo con sé per giocarci, soprattutto a casa degli altri!
"vado dalla nonna... posso portare un gioco??"
"certo.... porta il Baby Amore!!" consigliavo, suscitando in loro una reazione di terrore e panico non appena il bambolotto varcava la porta della cucina.
Quest'anno, il grande desiderio di Mirea è quello di ricevere EMIGLIO.
Io lo ricordo benissimo perchè, a mio tempo, anch'io lo desiderai immensamente.
Non fu mai mio.
Emiglio è un robot alto circa 60 centimetri che, telecomandato, gira per casa e parla con la tua voce registrata.
Ma questo ai bambini non lo dicono.
Li ingannano facendogli credere che avranno in casa un robottino che sarà il loro schiavo e farà in loro vece tutto quello che i genitori chiederanno loro, tipo vai a metterti le scarpe, porta il telecomando ecc. ecc.
La verità è che nessun genitore intelligente si metterebbe in casa un giocattolo presentato come : "niente può fermare Emiglio e le sue ruote cingolate".
Descrizione in grado di materializzare nelle menti le peggiori scene apocalittiche di un robot all'attacco di tappeti, soprammobili, cani e gatti, che stringerà un patto d'acciaio coi bambini di casa per rendere la vostra vita un totale inferno.
Ciò che resta da dire al pargolo è: "vedremo.... magari Babbo Natale te lo porta..... se sei bravo".
"Se sei bravo" è la clausola che immancabilmente ti para il culo.
Tanto un bambino non è mai bravo.
O per lo meno, non sarà mai tanto bravo da meritarsi un gioco che un genitore non vuole mettersi in casa.
Noi poi, memori del baby amore, tutto vogliamo tranne Emiglio.
E tutti i capricci, le lacrime di disperazione condite dal "voglio Emiglio" singhiozzante, hanno introdotto la minaccia del castigo.
Sabato, una mamma più ferrea di me mi ha consigliato: "se non fa a modo, mettila in castigo, un minuto per ogni anno di età".
Considerato che tutti gli angoli della mia casa sono occupati da lampade o tavolini Mirea dovrebbe scontare la sua pena dietro la tenda.
Orologio alla mano, 5 minuti.
Ma si possono punire i bambini a Natale?
Io, per aver incartato il suo ovino Kinder con le massaggiatrici hot dovrei starci 38 minuti, col rischio di terrorizzare Amò al suo rientro notturno post concerti, sbucandogli dal tendone e provocandogli un blocco cardiaco!!
Ora che ci penso, da quando ho comprato le tisane relax all'oppio, ottengo lo stesso effetto riemergendo al buio dal divano, quando il rumoreggiare della chiave nella toppa mi sveglia di soprassalto.
A questo punto forse mi converrebbe comprare Emiglio.
Magari potrei telecomandarlo a distanza e godermelo mentre lo lancio in corsa verso di lui con i led rossi degli occhi accesi.... oppure potrei istruirlo a sfamare il baby amore.
Sono sicura che mi divertirei un sacco.
Al massimo poi lo mando in castigo dietro la tenda!!!!
Chissà quanti minuti?
Buon Natale!!!
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