mercoledì 8 ottobre 2014

W LE MUTANDE!!!

Prima adolescenti, poi uomini o donne ed infine anziani.
Per noi mortali la vita si divide in cicli, ognuno dei quali porta in sé cambiamenti che accogliamo con cotanta naturalezza, che nemmeno ci accorgiamo di aver chiuso un cerchio ed averne aperto un altro.
Così, ignari di tutto, proseguiamo il nostro percorso verso l'età geriatrica, momento in cui, convinti di partire per un week end godereccio a Barcellona, saliremo  su un autobus e ci ritroveranno l'indomani a Budrio con tanto di titolo in prima pagina sulla gazzetta: "Ottantaduenne disperso, passa la notte in campagna".
Sarebbe quindi il caso di mettere dei paletti, qualcosa che funzioni come segnalibro del tempo, un memory che scandisca in che fase della vita siamo: sto parlando di mutande.
Spulciando in quella grande palla aggrovigliata che abita il primo cassetto del mio comò  ho constatato che convivono slippini identici a quelli indossati dalla mummia del Similaun quando venne scoperta tra i ghiacci delle Alpi, microperizomi delle grandi occasioni e svariate paia di mutande "da tutti i giorni" che a rotazione vengono lavate, usate, rilavate e  posizionate sopra le altre.
Pertanto "le mutande da tutti i giorni", quelle in cotone bianco o nero, dall'aspetto ordinariamente "comodo e basta"  vincono il premio della mutanda più gettonata.
No, perchè col lavoro da fare, la siepe da innaffiare, gli animali da accudire, la bambina da servire, la spesa da imbustare e il water da lavare, l'ultima cosa che desidero è avere un elastico nel bel mezzo delle chiappe. Il tutto in barba alla sensualità.
Nella palla informe invece, coesiste un'accozzaglia di tanga, perizomi, coulottine trasparenti e brasilianini che, dagli anni Novanta  in avanti, hanno contrassegnato un altro modo di affrontare la vita, ma soprattutto l'altro sesso.
Non si sa mai.... ti fosse capitato di spogliarti, mica avresti voluto presentarti con un paio di Sloggy o con la targhetta "Lovely girls" sulle natiche, vero?
Ogni donna le conosce e ne tiene qualche paio nel cassetto.
Come poi le Lovely Girls o le SloggY abbiano surclassato i microtanga in pizzo de " La Perla" sto ancora cercando di capirlo.
So solo che arriva un giorno in cui, mentre cerchi un perizoma per un vestito particolare (e badate che ho detto VESTITO  e non UOMO particolare, e già questo è indice di casalinga disperata) ti ritrovi ad infilare un modello degli anni 80 che sporge dai jeans di circa una spanna e che potrebbe avere un po' di credibilità soltanto se stai cantando "Boys" di Sabrina Salerno.
E spera di averci almeno le tette.
Mi sento però di perorare la causa della mutanda comoda, quella che insomma, per essere onesti, fino ai 25 anni, la si indossava unicamente nei giorni del ciclo.
Ho creduto per molto tempo che gli uomini si eccitassero nello spogliarti lentamente e trovarci sotto una mise sexy e raffinata: un reggiseno vedo non vedo, una calza autoreggente o un tanga.
E ci ho speso un sacco di soldi in quella biancheria per capire solo in seguito che due pieni di benzina sarebbero stati un investimento migliore, considerato che l'80% degli uomini, giunto quasi alla meta, quello che c'è lì, nemmeno lo guarda.
Un po' come i bambini con la carta dei regali, e mentre tu ti senti sensualissima nel tuo intimo fresco di cartellino capita che:
1) l'ormone si abbassi di botto perchè lui non accende nemmeno la luce
2) lui si interessi a quello che indossi tanto quanto alla marca di detersivo con cui l'hai lavato
3) nel tentativo di arrivare al sodo più velocemente lui STRAPPI il tuo stratosferico nuovo acquisto facendoti urlare sì, ma non di piacere.
Ma adesso parliamo di Lui.
Lui, l'essere maschile.
Lui è bravissimo a comprare cellulari, computer, t-shirt simpatiche ed originali ma pare che trovi assolutamente inutile entrare in un negozio per comprare un paio di mutande.
Vive dentro boxer o slippini dall'elastico che grida pietà e il giorno che prova a strizzarsi dentro qualcosa risalente ai tempi del liceo, che a malapena riesce a contenere il pisello (e figuriamoci il resto)  la donna, osservandolo in silenzio, decide di provvedere in sua vece all'acquisto di 10 mutande nuove che, con molta probabilità, gli basteranno per tutto il  decennio successivo.
In pratica, un uomo vive fino a 30 anni con le mutande che gli compra la mamma e dopo i 30 con le mutande che gli compra la moglie; il tutto restando fermamente convinto che gli slip siano un oggetto auto-rigenerante che si materializza per magia nel cassetto del comò.
L'uomo che ha raggiunto la piena maturità è quello che va a comprarsi le mutande da solo.
Tuttavia, bisogna ammettere che c'è qualcuno che si prende cura del suo underwear,  David Beckamp per esempio tra gli uomini e Wonder woman per le donne, nonostante quest'ultima manchi un po' di fantasia.
C'è poi chi bypassa completamente l'argomento tipo gli scozzesi sotto al gonnellone in tartan e la Pausini in mondovisione.
Io credo che, prima di raggiungere la fase del pannolone contenitivo (per il quale mi chiedo se ci voglia anche la mutanda e di che dimensione essa sia) dovrei mettermi con calma a riordinare nel cassetto, buttare quello che non si usa più e disporre il resto in modo che la scelta non sia limitata solamente al paio che sovrasta gli altri.
Consiglierei pure a voi di fare altrettanto, dedicando un  pomeriggio alla ricerca di tesori scomparsi.
Se proprio proprio  non vorrete buttarle, potreste anche indossarle per un po' e metterle in vendita on line.
Ci sono veri patiti del genere e queste mutandine usate, chiuse in sacchettini sottovuoto, possono arrivare a costare dai 30 ai 60 Euro in base ai giorni di contatto che hanno avuto.
Pare che Eataly, a questo proposito, stia cercando di brevettare una fragranza 100% made in Italy.
In attesa di trovare bustine di mutande usate a fianco del prosciutto a cubetti e della pasta brisée, potreste guardare al futuro ed inviare i vostri curriculum.
Quello di Wonder Woman va alla grande, nessuna speranza invece per la Pausini....