martedì 8 settembre 2015

VUOI LA LUNA? TI PORTERO' FORTUNA...

Il 7 settembre 2014 io e Amò ci siamo sposati.
E’ stata una giornata bellissima.
Dicono che il matrimonio sia un giorno particolare, unico nella vita.
Qualche indeciso lo apprezza così tanto da volerne replicare l'esperienza anche due o tre volte con partner differenti, ma non è  il mio caso, nel senso che uno mi basta ed avanza.
Per me è stato “Il giorno”.
Ho sempre pensato che quella dell’amore fosse tutta una gran stronzata.
Rimasi shoccata a vent’anni, quando il mio ex fidanzato mi regalò una maglia col collo in penne di pavone e smisi di crederci.
E a forza di trovare gente che giocava a baseball col mio cuore, ho deciso che era meglio valutare il “va bè, magari scopiamo ogni tanto, ma non ci innamoriamo”.
Onestamente, anche l’alcool aiuta parecchio.
Mi schifano quelle coppie che stanno insieme per convenienza, quelle in cui la cosa più interessante che condividono è la saponetta del bagno. Nessun interesse comune, nessun abbraccio, il sesso la domenica mattina una volta ogni due settimane. 
Un bel giorno poi, decidi di tirare fuori la testa dal guscio ed anche se sei un tantino disillusa, mandi avanti la tua vita prendendone quel che viene, con i momenti belli, quelli meno belli, quelli sereni e quelli meno sereni.
E mandi avanti il baraccone.
Inaspettatamente compi 40 anni e per uno strano meccanismo ormonale regredisci alla fase pre adolescenziale che ti frega: non ne capisci il perchè, ma ti torna la voglia dell’amore, vuoi le farfalle nello stomaco, rispolveri Pretty Woman, cerchi Richard Gere e vedi se ha lasciato fragole e champagne in frigo. 
Ma la controparte, quello che sarebbe il tuo compagno, abituato al menage di tutti i giorni non è che viaggi sul tuo binario.
A lui l'ormone gli fa una pippa.
Che cazzo c'ha questa poi? - pensa mentre esce dalla doccia.
Richard Gere chi? quello dei piatti?
Le 50 sfumature de che??? De grigio? Ci sarà mica da chiamare l'imbianchino?
Nella maggior parte dei casi è convinto di aver già fatto tutto quello che doveva fare.
Essere lasciato in pace quando sta sul water è una delle sue più alte aspettative.
Racconta agli amici che la moglie è una mezza esaurita dalla mente  complicata, che si alza la mattina già nervosa e che va a letto la sera messa peggio, ed in più vestita come se dovesse partire per la Luna. 
Ma il giorno del matrimonio, quello è sempre meraviglioso!
Ricordo l’emozione che ho provato quando Amò mi ha visto arrivare più biancovestita del Bianconiglio, con tutto quel po' po' di cappellino in tulle grazie al quale ho partecipato alla cerimonia solo da destra perchè a sinistra non si vedeva nulla. 
Dovevo ruotarmi di 180° per assicurarmi che mio marito non si fosse ritirato all'ultimo.
Ricordo il mio sgomento quando finalmente mi è apparso, piastrato come vorrei esserlo stata io nei miei sogni più belli, con la cravatta argentata e l’abito blu e ricordo la paura immensa dell’attimo in cui ti dicono “finchè morte non vi separi” perchè in fondo, l’idea dell’impegno eterno un po’ di cagarella te la fa!!
Eppure è stata una festa bellissima. 
S’è mangiato, s’è bevuto, abbiamo fatto il trenino pereppepé ed ho ballato fino a notte con quei sandali dorati che, tornata a casa, ho tappato in una scatola. 
Gli ho appiccicato il selfie delle vesciche e la scritta REMEMBER PAIN di modo che non mi tornasse la strampalata idea di provare ad andarci in giro di nuovo.
Amò è riuscito a fare un concerto inside al matrimonio.
Abbiamo più foto di lui che suona che di noi che ci sposiamo.
Non che mi dispiacesse, anzi. E' stato super.
Ed alla fine siamo svenuti a letto.
Ubriachi. Felici.
E’ stata davvero la giornata più bella della mia vita.

Oggi è passato un anno esatto da quel giorno, il ché significa che è il nostro anniversario.
Amò mi aveva promesso un giorno tutto per me.
"Te lo prometto" ha detto "non riesco a star con te il giorno del tuo compleanno, ma il giorno del nostro anniversario ti porto fuori a cena. Solo io e te."
"L’io e te” è una gran soddisfazione perché allude ad una serata senza 18 pony rosa sulla tovaglia e senza Ariel che nuota nel bicchiere. 
Una serata romantica durante la quale guardarsi in faccia per più di tre minuti, una boccia di vino, due risate ed un salto indietro nel tempo di una decina d’anni. 
Già ero un po’ incazzata il giorno in cui ho fatto 40 anni, il mio piccolo primo, tragico, traguardo.
Pensi a quel numero tondo, multiplo di 10. La prima volta che lo dici quasi ti strangoli piangendo e dato che le alternative sono due, o ti droghi o festeggi. Alla fine festeggi.
Io ero al mare con mia figlia, il che significa che stavo cenando con i pony da circa una settimana. 
Sono arrivata in camera ed ho scoperto che  dentro c'era tutta l'Interflora SPA.
E diciamo la verità: un po’ ti ci commuovi a vedere le rose mentre leggi quel bigliettino in silenzio ed abbracci l’uomo invisibile. 
Non è che proprio ti passi l’incazzatura, ma diciamo che un pochino ti si attenua, almeno fino a quando l’odore di sottobosco non pervade la piccola stanzetta in cui passi la notte.
Fino a quando, la notte, ti svegli per bere e guardi se c’è anche Frodo lì di fianco alla bottiglia!
Tocchi la tua fede al dito, ti guardi i piedi, giusto per assicurarti che Frodo non sei tu e ti riaddormenti. 
Così fino al giorno del rientro… quello in cui  provi a transitare per l'autostrada del sole con sta camionata di fiori. 
Sembrava che le loro corolle implorassero: “buttaci via ti pregooooooo… alle ramaglieeeeee”
Pensavo di essermi liberata dall’odore di sottobosco che stamattina, giorno del nostro anniversario, ritorno a casa dopo la fila al CUP, la fila alla Posta e la fila in banca e ritrovo ancora rose. 
Rosse stavolta.
“che… n’è mica che stiamo a fa' la fortuna dei fioristi noi eh?”
Ho letto il biglietto d’amore dell’uomo invisibile.
La cenetta romantica "solo io e te” aveva subito una modifica.
“ho un concerto, se vuoi però puoi venire anche tu… ci divertiamo, ci sono un sacco di persone simpatiche!!”
“e dov’è che andiamo?”
“alla sagra del GARGANELLO”.
No, va bene.
Lo riscrivo un’altra volta per convincermi che mi ha detto proprio così.
ALLA SAGRA DEL GARGANELLO.
Ora:
Non è che a me non piacciano i garganelli.
Li adoro.
Non è che sia una snob che se la tira e se non va da Cracco non esce per cena.
Non è che sia un’asociale che non vuole stare in compagnia.
Nemmeno mi aspettavo di uscire vestita da Cenerentola.
Ma con che faccia ci porti, tua moglie, il giorno del vostro anniversario alla sagra del GARGANELLO???
Io l’ho capito, lo so: con quella dell’uomo invisibile!!
E non voglio mica la luna.... anche se per quella... sono già attrezzata col pigiama!
;-)