martedì 29 dicembre 2015

SE IL CICLO TI DEPRIME....

Il periodo del ciclo è risaputo essere uno dei momenti più delicati per la psiche della donna.
Tantochè illustri studiosi hanno inventato una serie infinita di metodi per rendere la donna ancora più depressa di quanto già la situazione ormonale farebbe di suo.
Sto parlando degli assorbenti.
Nei supermercati se ne trovano di ogni tipo, marca e dimensioni.
Maxi, ultra, normali, ultrasottili, superassorbenti e via dicendo.
Per flussi normali, per flussi abbondanti, per flussi scarsi, per perdite.
Ebbene: il flusso è indicato con delle gocce colorate, da uno a cinque, in bianco e viola tanto per confonderti le idee.
Se prevedi un flusso cospicuo ti dovresti orientare sulle cinque gocce, rischiando di trovarti tra le gambe un Pampers.
Così scegli un tre gocce, ripromettendoti di cambiarlo più spesso e ti trovi a valutare una specie di fazzoletto magico che assorbe come il cinque gocce ma è più sottile di un tovagliolino di carta.
Come farà mai? Ti domandi mentre con sguardo dubbioso rammenti che sei davanti al reparto assorbenti da circa un quarto d’ora ed il market sta per chiudere.
Così, senza riflettere, leggi “CON ALI” e butti dentro.
Da quando sono state inventate io ho sempre amato le ali.
Le ALI sono fantastiche perché si agganciano sotto alle mutande ed evitano fuoriuscite di perdite laterali.
Il vero problema è che si agganciano talmente bene che quando devi togliere tutto l’ambardam devi ingaggiare una superlotta sul water tra te e l’assorbente che difficilmente ti vede uscirne vincitrice.
Tu tiri. Tiri. Tiri verso di te questo coso sporco partendo dall’alto e, se le ali fanno tanto ad attaccarsi fra loro, sei perduta. 
Disintegri l'assorbente ritrovandoti in possesso di brandelli di plastica e cotone che mai avresti voluto vedere e due ali ancora ossidate tra loro.
Ora…. lanciamo satelliti su Marte, è mai possibile che la tecnologia odierna non sia riuscita ad inventare un cazzo di assorbente che si possa staccare in maniera “umana”?
Non dico tanto.
Una cosa che tiri e viene via. 
Fine.
Una cosa semplice.
Una cosa per la quale non rischi ogni volta la rottura del setto nasale da contraccolpo.
No.
C’è chi opta per gli assorbenti interni.
Fantastici. Dimentichi persino di averli. 
A volte te ne accorgi solo perché la tua amica te lo fa notare. 
Dalle chiazze sui jeans.
Triboli un pochino ad infilarteli su.
Se hai le unghie lunghe rischi di scalfirti il canale vaginale ma non è un grosso problema.
Ci sono gli applicatori. 
L’80% delle volte spingi il tubicino di cartoncino nell’altro tubicino di cartoncino che spinge il tubicino di cotone in su e non succede niente!!
E' ancora lì!
Meraviglioso.
Allora riprovi deviando un po’ più a destra o più a sinistra fino a quando ti ritrovi sto cosa già sporco e sfaldato prima ancora che sia entrato. 
Butti via e infili con le dita accettando di scalfirti il canale vaginale. 
E vada come vada.
Amen.
Poi ci laveremo le mani.
Ultima ma non meno importante alternativa è la coppetta mestruale.
Io, quando l’ho comprata, ero partita carica come una molla.
Me la sono infilata senza pensieri se non chè, dopo aver letto dalle istruzioni che si erano verificati casi di shock tossico da silicone, ho vissuto i primi 20 minuti post coppetta con un po' di angoscia. 
Quando ho realizzato che a me il silicone mi faceva una pippa, ho iniziato a valutare l'altezza alla quale me l'ero infilata.
Considerato che la coppetta non è un tampax e non va infilata fino in fondo, va lasciata all’imbocco, lasciando fuoriuscire un pistillo di gomma utile per togliere il tutto.
Perchè?
Perchè la coppetta crea un sottovuoto. 
Motivo per il quale continuavo a chiedermi se fosse normale che facesse un pochino male visto che per un’ora ha creato il sottovuoto all’imbocco del mio utero. 
In ogni caso, quando la togli, se hai un animo sensibile è meglio che qualcuno sia al tuo fianco. Infatti, se la vista del sangue ti impressiona il rischio di avere un malore in bagno è molto alto. Almeno la prima volta.
Poi ti ci abitui. 
E’ tutta una questione di abitudini. 
Per te in primis e per il tuo compagno o marito e che sia che, rientrando a casa, troverà un pentolino sul fuoco. 
“cosa cucini di buono?”
“No nulla…. è la mia coppetta mestruale che sta bollendo!!!”
E’ tutta una questione di abitudine ed in fin dei conti anche un po' di amore!
Buon ciclo a tutte le donne e soprattutto ricordate….. se volete mettere le ALI….. fatevi una REDBULL!!!
Vi servirà!
;-) 




martedì 8 settembre 2015

VUOI LA LUNA? TI PORTERO' FORTUNA...

Il 7 settembre 2014 io e Amò ci siamo sposati.
E’ stata una giornata bellissima.
Dicono che il matrimonio sia un giorno particolare, unico nella vita.
Qualche indeciso lo apprezza così tanto da volerne replicare l'esperienza anche due o tre volte con partner differenti, ma non è  il mio caso, nel senso che uno mi basta ed avanza.
Per me è stato “Il giorno”.
Ho sempre pensato che quella dell’amore fosse tutta una gran stronzata.
Rimasi shoccata a vent’anni, quando il mio ex fidanzato mi regalò una maglia col collo in penne di pavone e smisi di crederci.
E a forza di trovare gente che giocava a baseball col mio cuore, ho deciso che era meglio valutare il “va bè, magari scopiamo ogni tanto, ma non ci innamoriamo”.
Onestamente, anche l’alcool aiuta parecchio.
Mi schifano quelle coppie che stanno insieme per convenienza, quelle in cui la cosa più interessante che condividono è la saponetta del bagno. Nessun interesse comune, nessun abbraccio, il sesso la domenica mattina una volta ogni due settimane. 
Un bel giorno poi, decidi di tirare fuori la testa dal guscio ed anche se sei un tantino disillusa, mandi avanti la tua vita prendendone quel che viene, con i momenti belli, quelli meno belli, quelli sereni e quelli meno sereni.
E mandi avanti il baraccone.
Inaspettatamente compi 40 anni e per uno strano meccanismo ormonale regredisci alla fase pre adolescenziale che ti frega: non ne capisci il perchè, ma ti torna la voglia dell’amore, vuoi le farfalle nello stomaco, rispolveri Pretty Woman, cerchi Richard Gere e vedi se ha lasciato fragole e champagne in frigo. 
Ma la controparte, quello che sarebbe il tuo compagno, abituato al menage di tutti i giorni non è che viaggi sul tuo binario.
A lui l'ormone gli fa una pippa.
Che cazzo c'ha questa poi? - pensa mentre esce dalla doccia.
Richard Gere chi? quello dei piatti?
Le 50 sfumature de che??? De grigio? Ci sarà mica da chiamare l'imbianchino?
Nella maggior parte dei casi è convinto di aver già fatto tutto quello che doveva fare.
Essere lasciato in pace quando sta sul water è una delle sue più alte aspettative.
Racconta agli amici che la moglie è una mezza esaurita dalla mente  complicata, che si alza la mattina già nervosa e che va a letto la sera messa peggio, ed in più vestita come se dovesse partire per la Luna. 
Ma il giorno del matrimonio, quello è sempre meraviglioso!
Ricordo l’emozione che ho provato quando Amò mi ha visto arrivare più biancovestita del Bianconiglio, con tutto quel po' po' di cappellino in tulle grazie al quale ho partecipato alla cerimonia solo da destra perchè a sinistra non si vedeva nulla. 
Dovevo ruotarmi di 180° per assicurarmi che mio marito non si fosse ritirato all'ultimo.
Ricordo il mio sgomento quando finalmente mi è apparso, piastrato come vorrei esserlo stata io nei miei sogni più belli, con la cravatta argentata e l’abito blu e ricordo la paura immensa dell’attimo in cui ti dicono “finchè morte non vi separi” perchè in fondo, l’idea dell’impegno eterno un po’ di cagarella te la fa!!
Eppure è stata una festa bellissima. 
S’è mangiato, s’è bevuto, abbiamo fatto il trenino pereppepé ed ho ballato fino a notte con quei sandali dorati che, tornata a casa, ho tappato in una scatola. 
Gli ho appiccicato il selfie delle vesciche e la scritta REMEMBER PAIN di modo che non mi tornasse la strampalata idea di provare ad andarci in giro di nuovo.
Amò è riuscito a fare un concerto inside al matrimonio.
Abbiamo più foto di lui che suona che di noi che ci sposiamo.
Non che mi dispiacesse, anzi. E' stato super.
Ed alla fine siamo svenuti a letto.
Ubriachi. Felici.
E’ stata davvero la giornata più bella della mia vita.

Oggi è passato un anno esatto da quel giorno, il ché significa che è il nostro anniversario.
Amò mi aveva promesso un giorno tutto per me.
"Te lo prometto" ha detto "non riesco a star con te il giorno del tuo compleanno, ma il giorno del nostro anniversario ti porto fuori a cena. Solo io e te."
"L’io e te” è una gran soddisfazione perché allude ad una serata senza 18 pony rosa sulla tovaglia e senza Ariel che nuota nel bicchiere. 
Una serata romantica durante la quale guardarsi in faccia per più di tre minuti, una boccia di vino, due risate ed un salto indietro nel tempo di una decina d’anni. 
Già ero un po’ incazzata il giorno in cui ho fatto 40 anni, il mio piccolo primo, tragico, traguardo.
Pensi a quel numero tondo, multiplo di 10. La prima volta che lo dici quasi ti strangoli piangendo e dato che le alternative sono due, o ti droghi o festeggi. Alla fine festeggi.
Io ero al mare con mia figlia, il che significa che stavo cenando con i pony da circa una settimana. 
Sono arrivata in camera ed ho scoperto che  dentro c'era tutta l'Interflora SPA.
E diciamo la verità: un po’ ti ci commuovi a vedere le rose mentre leggi quel bigliettino in silenzio ed abbracci l’uomo invisibile. 
Non è che proprio ti passi l’incazzatura, ma diciamo che un pochino ti si attenua, almeno fino a quando l’odore di sottobosco non pervade la piccola stanzetta in cui passi la notte.
Fino a quando, la notte, ti svegli per bere e guardi se c’è anche Frodo lì di fianco alla bottiglia!
Tocchi la tua fede al dito, ti guardi i piedi, giusto per assicurarti che Frodo non sei tu e ti riaddormenti. 
Così fino al giorno del rientro… quello in cui  provi a transitare per l'autostrada del sole con sta camionata di fiori. 
Sembrava che le loro corolle implorassero: “buttaci via ti pregooooooo… alle ramaglieeeeee”
Pensavo di essermi liberata dall’odore di sottobosco che stamattina, giorno del nostro anniversario, ritorno a casa dopo la fila al CUP, la fila alla Posta e la fila in banca e ritrovo ancora rose. 
Rosse stavolta.
“che… n’è mica che stiamo a fa' la fortuna dei fioristi noi eh?”
Ho letto il biglietto d’amore dell’uomo invisibile.
La cenetta romantica "solo io e te” aveva subito una modifica.
“ho un concerto, se vuoi però puoi venire anche tu… ci divertiamo, ci sono un sacco di persone simpatiche!!”
“e dov’è che andiamo?”
“alla sagra del GARGANELLO”.
No, va bene.
Lo riscrivo un’altra volta per convincermi che mi ha detto proprio così.
ALLA SAGRA DEL GARGANELLO.
Ora:
Non è che a me non piacciano i garganelli.
Li adoro.
Non è che sia una snob che se la tira e se non va da Cracco non esce per cena.
Non è che sia un’asociale che non vuole stare in compagnia.
Nemmeno mi aspettavo di uscire vestita da Cenerentola.
Ma con che faccia ci porti, tua moglie, il giorno del vostro anniversario alla sagra del GARGANELLO???
Io l’ho capito, lo so: con quella dell’uomo invisibile!!
E non voglio mica la luna.... anche se per quella... sono già attrezzata col pigiama!
;-)



giovedì 27 agosto 2015

LO SAI CHE TI AMO-TICON ?

L’altra sera Sky ha passato per la centoventiseiesima volta Dirty Dancing.
Io per la centoventiseiesima volta, l’ho guardato e,  per la centovententiseiesima volta, sdraiata sul divano, ho piagnucolato mentre mi affogavo nella Nutella.
Nel momento cruciale del film, quello in cui lui se ne va sulle note di "She’s like a wind" mi sono trangugiata anche due muffins e verso la fine, ho deciso di passare la notte sul divano perchè stavo per vomitare.
Senza voler togliere sorprese a chi non l’avesse mai visto (perché di fatto grosse sorprese la trama non ne riserva) vi riassumo la storia in breve:
BABY, una ragazzetta secchioncella di aspetto mediocre, va in ferie in un villaggio vacanze insieme a mamma, papà e sorella e, portando un cocomero, si becca JONNY, l’animatore più fico dello staff vacanze, che oltre a regalargli notti di fuoco tra un mambo ed una pachanca, la toglie dall'angolo, la silura verso il cielo durante la festa di chiusura e vissero per sempre felici e contenti.
Il tutto, mentre il grande mistero dei portafogli scomparsi viene svelato senza bisogno della signora Fletcher e Penny si riprende da un aborto abusivo mal riuscito.
Alla centoventiseiesima visione, la cosa che più mi ha colpito è stata che quando è iniziato a piovere nessuno si è messo a controllare ogni cinque minuti Ilmeteo.it. 
Hanno continuato a provarsi parrucche e a prendere lezioni di ballo come se nulla fosse.
Risulta quasi incredibile che Baby sia riuscita ad imbastire una storia con Jonny senza controllare il suo profilo Facebook, semplicemente chiedendo a suo cugino se fosse impegnato.
Cosa ancor più improbabile, sono riusciti ad innamorarsi guardandosi in faccia e dicendosi parole vere. 
E per parole vere intendo veri suoni usciti dalla bocca! Nulla di trascendentale, roba tipo CIAO, LEI CHI E'..... nessun messaggio su Messenger, nessun cane scodinzolante, rana salterina o drago volante.
Jonny, è addirittura riuscito a  sbirciarle le tette guardandola dal retrovisore dell’automobile, senza essersene fatto un’idea in anticipo grazie allo studio approfondito delle 25 foto in bikini che d’estate ogni donna pubblica di sé.
Una cosa capace di buttare nel panico chi è convinto che l’unico modo di conoscere una donna sia abbordandola tramite Facebook, dopo essersela scelta in base ad un'immagine probabilmente ritoccata con18 filtri e 56 effetti!!!
Roba da agganciare sua cugina senza averla riconisciuta!
Ma se la cosa, da entrambe le parti dovesse aver funzionato, cioè se arriva il giorno in cui non è che proprio sei fidanzato, ma puoi modificare il tuo stato SINGLE con quello "IMPEGNATO CON”, ecco che il rapporto prosegue su Whah’s up.
Oggi si conversa su what’s up, ci si accorda su what's up e si litiga su what's up.
Ultimamente io e Amò battibecchiamo parecchio. 
Sempre su whatsup.
All’apice dell’incazzatura ho ricevuto l’emoticon di una cacca con gli occhietti.
Disegnino che lasciava poca fantasia d’interpretazione!
Così io, in un moto di infantilismo gli ho rispedito due cacche con gli occhietti ed avremmo potuto continuare così per tutta la notte se non avessi trovato l'immagine di un martello che, digitato a fianco di una chitarra, ha posto definitivamente fine alla discussione. 
I baci. 
I baci che ti facevano sognare, quelli in cui potevi sentire il respiro del tuo uomo, oggi si sono ridotti ad una pallina gialla che sputacchia un cuore, le risate ad una pallina gialla che sprizza lacrimette,  la stanchezza ad una pallina gialla che fa zzzz… insomma, tutto l’amore sembra essersi trasformato in una ridicola partita a tennis dove, a forza di tirar palline, non ci si ricorda nemmeno più perchè si sta insieme.
Ma se il problema fossero le palline, tranquilli che non rischieremmo l’estinzione della specie.
Il problema, se così possiamo definirlo, esula, anche se di poco, dalle palline.
L’altra sera qualcuno, ignorando che fossi sposata, o più probabilmente fregandosene, mi ha mandato un messaggio più dolce del caramello fuso, al quale ho risposto.
Di solito non chatto con gli sconosciuti, ma quelle parole così poetiche mi hanno fatto sentire in colpa.
Ho immaginato questo uomo in fase depressiva, un po' sfigato, che ha estrapolato un pezzo di poesia dal web per intavolare due chiacchiere con una donna, giocandosi la carta della disperazione: quella  "una su mille ci sta".
Ho creduto che se avessi incontrato costui per strada, negargli un sorriso od un saluto fosse da stronza, specialmente nella mia idea di un mondo in cui siamo emotivamente sempre più soli.
Se consideriamo il tempo per lo scambio di tre o quattro nuvolette di convenienza tipo “sei molto bella” “grazie” e cagate simili, alla quinta nuvoletta mi ha chiesto se desiderassi ricevere la foto del suo pisello.
Forse ho letto male.... 
Peonie.... mi vuole mandare la foto delle sue peonie, mi stavo chiedendo.
Ma mentre digitavo “no, grazie non mi interessa” ho visto arzigogolarsi il cerchietto verde di un’immagine che si stava caricando.
Ho sperato nel cane che scodinzola, ed invece no…. è comparso così, illuminato a giorno, tipo un Teletubbies che fa Bubu-SETTETE.
"Uh veh... sorpresaaaaa!!!!"
Per farla breve, ora io sono in possesso della foto di un pisello che non so nemmeno di chi è.
L’ho soprannominato il milite ignoto.
E vi assicuro che non ha poi tutto questo fascino senza una faccia da attaccarci sopra!
E’ un po’ come guardarsi la pubblicità di un wurlster.
Non capisco che reazione pensasse di ottenere.
Che mi rovesciassi giù dal letto?
Che gli scrivessi… dove sei Wuberone che ho fame?
Se escludiamo un desiderio di  esibizionismo neanche troppo represso, ciò che mi è sembrata più plausibile è stata l'idea che questo cretino sperasse che gli rispondessi inviando una foto dello stesso tipo.
Ma figuriamoci se, nella camera di un albergo, con mia figlia che mi ronfa di fianco, il giorno del mio quarantesimo compleanno, mi metto a farmi un selfie nelle mutande!
Così gli ho spedito il cane che scodinzola.
Poi mi è venuto il dubbio che non fosse l'emoticon giusta.
Sembrava quasi un cane che aspettasse un osso, ed io, avendone già ricevuto uno, ero ben lontana dal voler replicare l'esperienza!
Allora l’ho bloccato.
Perché oggi, quando proprio sei sfinito… l’ultima chance che ti rimane, quella in cui chiudi una relazione è bloccare qualcuno.
Semplicemente lo elimini dal tuo mondo virtuale lasciando che lui se ne vada a spedire il suo cocomero a qualcun’altra.
E tutto torna uguale a prima.
Non so, io rimpiango un pochino quello che era prima dei social.
Rimpiango quelle scritte sul vetro impolverato della macchina e quelle litigate in cui ci si urlava ad un centimetro della bocca.
Quelle in cui lui, se voleva, poteva zittirti con un bacio vero o in alternativa mollarti un ceffone.
Rimpiango la privacy delle nostre parti intime, quella in cui se iniziavi a sbandierarle a tutti, venivi denunciato, chiamato maniaco e portato via da un poliziotto.
Rimpiango il desiderio di aspettare una telefonata immaginando che se non arriva è perché lui sta dormendo, non perché lui è on line ma non gliene frega una mazza di chiamare me! 
Amò dice che sono antica. 
Che sarei dovuta vivere davvero ai tempi di Dirty Dancing.
Non lo so… forse è vero, forse no.
Quel che è certo è che per un po’ non mangerò Hot-dog!

;-)




















giovedì 6 agosto 2015

VUOI SPOSARE UN MUSICISTA?

Oggi Amò mi ha salutata.
"Ci vediamo a settembre” mi ha detto.
Per la cronaca Amò non è il parrucchiere che una volta al mese mi spunta la frangetta.
Amò sarebbe mio marito. 
Potrete immaginare che vedere tuo marito, al 3 di Agosto, partire con un trollino nel quale io riuscirei a malapena a farci stare le cose per la gita a Gardaland, che ti dice “ci si vede a Settembre”, un po’ di tristezza la fa.
Ecco, vorrei chiarire anche che Amò non parte per Compostela. Va in tournée.
A dire il vero la tournè è iniziata ad Aprile, proseguita via via in crescendo fino a Luglio (mese in cui mi ha detto “porta pazienza”) ed è giunta al suo culmine adesso, mese in cui per 30 giorni suonerà 30 volte, su e giù per l’Italia.
Una roba che quando entra in Autogrill ordina “il solito”!!
Sta di fatto che questo è il suo lavoro e che siamo in un momento in cui bisognerebbe baciarsi i gomiti per il solo fatto di avercelo il lavoro, motivo per cui non mi è consentito opporre reclami.
D'altronde anche l’impiegato o l’operaio ti salutano tutte le mattine, con la differenza che loro ti dicono: "ci vediamo alle cinque”. 
Tu hai il tempo per pulire il bagno, comprare l’insalata, andare a prendere tua figlia a scuola, se ti va bene riesci  pure a lavarti i capelli ed ecco che lui si rimaterializza giusto giusto per cena.
Per un musicista è un po’ diverso. 
D’estate la gente va in ferie, non sa che cazzo fare ed esce a farsi una birra mentre guarda un concerto, motivo per cui, quando gli altri fanno vacanza, lui lavora di più. 
Ma il dramma, perché non può essere tutto così semplice, il vero dramma riguarda la moglie che resta a casa, spesso con prole al seguito (sempre che gli freghi ancora qualcosa del marito e che non abbia già chiesto il divorzio).
Questa poveretta, il mese più caldo dell’anno, invece di insaccare le pinne nello zaino e partire per Ibiza, se resta a casa a leggere i cartelli “CHIUSO per FERIE” che spuntano come funghi, mentre discute con le badanti su dove recuperare due cornini di pane.
“ Ma come fai? “mi chiedono tutti.
Ebbene, funziona così:
La mattina ci sentiamo per telefono.
E’ un po’ come se lui fosse a casa. 
Ciao, tutto bene? Sì? Dormito bene? Com'è l’hotel, dove vai oggi, dove pranzi e bla bla bla. 
A volte ti senti pure fortunata ad organizzarti la mattina senza avercelo in giro per casa che si sbarba appena hai finito di lavare il lavandino.
Verso le 11.00 appare su FB la sua foto in costume, sulla spiaggia di Mondello e lì… già iniziano a girarti i coglioni.
La telefonata del dopo pranzo è tipo questa:
“Allora?” (non si chiede come va perché tanto lo hai appena visto su FB e sai per certo che male male non sta)
“ciao tesoro, sto mangiando”
Sto mangiando significa che tu hai appena finito di fare i piatti mentre lui è “Da Peppino” a farsi il calamaro gigante che Peppino è andato di notte a pescare con la lampara. 
Il ché, provoca in te un moto di fastidio che lui avverte e placa d’anticipo con un “oggi però mi devo fare 4 ore di macchina perché stasera suoniamo a 300 km, dobbiamo cenare con Pulcinella e non suoniamo prima di mezzanotte!!”
Tu immagini lo sbattimento, ti dispiace pure un po’, ti auguri comunque che il calamaro gli si pianti sullo stomaco e riattacchi.
Mentre lui scarriola per l’Italia, tu continui con la tua vita di sempre, nella calura padana.
Intorno alle 18.00, quando in giro iniziano ad esserci più zanzare che esseri umani, lui ti what’sappa.
“sono arrivato tutto bene”
Seguono faccine, cuoricini, animaletti vari.
Ci si scambiano le impressioni della giornata, qualche volta ci si manda una foto.
Tipo io che raso il prato, io che taglio la siepe, io che aggiusto il lampadario, io che sbaracco il garage, io che spazzo il cortile, lui che beve una birra, lui che sfila con gli accappatoi degli hotel, lui che gioca a nascondino per le vie del borgo o giù di lì.
La giornata prosegue senza troppi intoppi.
La parte difficile arriva verso l’orario in cui il concerto dovrebbe essere terminato.
Perché finché lui è sul palco tu sei certa che l’unica cosa che può suonare è la sua chitarra.
Finito il concerto qualsiasi dubbio è lecito.
Dopo l’una iniziano ad apparire sui social varie foto, e siccome io non vado mai a letto prima delle due, le vedo tutte.
La foto numero uno è lui che suona. 
Pensi che bello, che bravo...
La foto numero due è della fanciulla che ha aspettato la fine del concerto, per farsi una foto ricordo col cd in mano. Pensi che carina….
La foto numero 3 è quella degli amici. E pensi vè che c’è Maria, Angela, Piera ecc… e sei felice per loro che si sono godute una bella serata.
La foto numero 4, seguita dalla 5, dalla 6, e così via fino ad un numero indefinito che spazia da 7 a infinito sono foto coi fan.
  1. Fan di sesso maschile: si resta sul divano a rotolare il dito sullo schermo con gentile lentezza.
  2. Fan di sesso femminile: si solleva la testa dal cuscino soffermando il dito sullo schermo con pacato autocontrollo.
Diciamo che sopra ai 50 anni sorrido, dai 30 ai 50 confronto, sotto i 30, se è pure carina, capita che mi incazzo.
Non sempre… qualche volta. 
Anche perché, ammettiamolo, la partita "io contro tutte le donne d’Italia” (e mettiamoci pure la stagione turistica) è persa in partenza.
Una volta, una tipa si è fatta un servizio fotografico che poteva competere col mio album di matrimonio (che ancora non ho, ma che presto stamperò).
Capita poi che qualcuna poi scriva, mandi messaggi, lasci biglietti.
Amò per gentilezza risponde, io, sempre per gentilezza no.
Ma la cosa che mi lascia perplessa, alla quale ancora fatico a credere è che lo stesso uomo che si aggira per casa mia abbia delle fan.
Sì, ammetto che è brillante e belloccio ma è lo stesso elemento che non mi dice di aver scaricato le magliette sudate della palestra nel cestone, procurandomi uno svenimento ogni qualvolta lo apro!!!!
Ora, io credo che essere fan sia una cosa bellissima.
Pure io ho un piccolo stuolo di fan: i vecchietti del bar che mi guardano le gambe quando passo in bicicletta. Ed alla mia età non è roba da poco.
Ero Fan di Madonna una volta.
Ho sognato di girare con lei il sequel di “Cercasi Susan disperatamente”,  sogno avveratosi con “Cercasi Amò disperatamente”.
Ho comprato il libro di Kate Moss ed ho tutti i CD di Grignani. Ma mi fermo qui, senza follie.
Forse perché mi è sempre stato chiaro che il fan-club è bellissimo, il Fan-culo meno.
C’è una sottilissima linea di confine che a volte sarebbe meglio non prevaricare per il semplice rispetto della vita privata altrui. 
A tutti i livelli.
Di solito la telefonata del dopoconcerto, quella in cui si sentono la musica, le chiacchiere e le risate in sottofondo è sempre un po’ una merda e dormire con a fianco un cuscino vuoto non ha poi tutti questi lati positivi.
Poi però passa la notte, giorno dopo giorno passa agosto, e tutto quel che resta sono solo foto, volti e ricordi che svaniscono nei meandri di cronologie superate, un po’ come la roba sporca della palestra che, peraltro, ho smesso di lavare.
Non ho però smesso di nutrire una speranza: prima o poi la tournée finirà, Amò tornerà a casa e riaprirà quel benedetto cesto con la roba sporca...
Non vedo l’ora, sarà Fan-tastico!!!!




Buone Vacanze a tutti!!!!







sabato 18 luglio 2015

TIPI DA SPIAGGIA

LUGLIO 2015: tempo di calura ed insofferenza. 
Tutti a lamentarsi dell’afa e a fotografare il cruscotto facendo a gara per chi immortala la temperatura più alta.
Vince con 41 gradi il mio amico di Facebook Nicolino che, pur di pubblicare quel fatidico scatto, sta ancora vagando tra i campi di granoturco.
I più stanno finendo di arrancare al lavoro, provando a non morire quando escono da uffici a meno 12°.
I meno sono già mezzi nudi sulle spiagge a selfarsi gli alluci nell’acqua trasparente con la chela di un astice che gli spunta dalla bocca.
E’ l'estate, quella che tanto si agognava ai tempi della scuola, quella che alimenta ogni anno grandi aspettative. 
Non c'è essere vivente che non sogni di trasportarsi lontano da casa a cazzeggiare in santa pace.
E’ la stagione degli amori, il periodo dell’anno in cui le occasioni di farsi una storia, un’avventura od un fidanzato crescono in modo esponenziale.
Sarà la calura, sarà il maggiore afflusso sanguigno, saranno gli abiti più succinti ma sta di fatto che tutti, in estate, si aspettano di beccare un casino.
Io no.
Io sono sposata, per cui non becco niente. 
Sono solo più acida del solito.
Io e Amò, lo scorso week end, ci siamo spostati nel Conero, la riviera appena sotto Ancona. 
Un paesaggio mozzafiato: colline di girasoli che declinano sul mare e spiagge incontaminate facilmente raggiungibili in soli soli 40 minuti a piedi dal parcheggio, sotto la randa del sole.
Tu posteggi l’auto, imbracci il minimo necessario (tenda, ombrellone, zaino coi salviettoni, borsafrigo, decespugliatore, macchina per i pop corn e quant'altro di irrinunciabile) e, viaggiando leggera, inizi una gloriosa scarpinata a 38° tra zanzare e cerbiatti. 
Proprio quando inizi a sospettare che ad attenderti, invece della spiaggia, dovrebbe esserci un’ambulanza con tutta l’equipe di E.R, ti si para davanti una distesa d’acqua cristallina che non ha nulla da invidiare a tanti paradisi tropicali ed una lunga striscia di sassi bianchi, grossi tipo un uovo di gallina, coi quali la tua spina dorsale potrà allegramente giocare a Tetris.
Cerchi un angolo in cui piantare l’ombrellone, crei un nuovo Stonehenge per tenerlo eretto ed evitare di ammazzare il tuo vicino al primo colpo di vento e ti stendi. 
Anche perché camminare su quei sassi senza scarpe gommate non è semplice. E poi, diciamo la verità, una donna in bikini con con quelle robe lì traforate ai piedi è una cosa che non si può vedere a meno che non stia girando "Mission to Mars". Ti ammazzano la gamba, segano il polpaccio. Passi l’infradito, passi lo zoccolo, ma col sandalo da scoglio sai, no???
Insomma, il mio passatempo preferito è stato osservare la natura umana, come dico io.
O  farmi i cazzi degli altri, come dice Amò. Sono punti di vista.
Insomma, ho scovato tutta una serie di prototipi che vorrei elencarvi nel caso foste ancora illuse che, varcando la spiaggia messe come un reduce dal Vietnam, avrete ancora qualche possibilità di rimorchiare qualcuno:
  1. L’uomo fitness addicted. A lui la scarpinata gli fa na pippa. Ha sudato tutto l’inverno per sfoggiare un addome scolpito ed un bicipite a gobba di cammello. Ha un’abbronzatura perfetta, tatuaggi nei punti strategici e passa la giornata facendo spola dalla salvietta al mare per mantenersi lucido e scivoloso. Consiglio di evitarlo se non siete Bianca Balti, a meno che non vi piaccia essere bersaglio di commenti tipo: “come fa quel figo a stare con quella lì?”. Senza contare che vi costringerà a nutrirvi con soli centrifugati di cocomero e verso le 16.00 collasserete al sole per una crisi ipoglicemia. Ovviamente non avrete l’equipe di E.R. a vostra disposizione.
  2. L’uomo materassino. Per qualche ignoto ritardo mentale è convinto di avere ancora 8 anni, l’uomo materassino non vede l’ora di lanciarsi in mare con il drago gonfiabile, l’oca Caterina e la poltroncina della Pimpa. Normalmente entra in acqua verso le 10.00 a Rimini e si risveglia intorno alle 16.00 ad Alberobello. Consiglio di evitarlo se non vi piace intrattenere divertenti conversazioni coi gabbiani. In ogni caso conviene legarlo ad uno scoglio.
  3. L’uomo borsello. E’ uno preciso. Ama passeggiare. Convinto di poter essere derubato, deve portare con sé tutto. Ma proprio tutto:  portafoglio, fazzoletti, cellulare, crema solare, chiavi, spazzolino da denti, enciclopedia Treccani ecc ecc. E’ consigliabile sceglierlo come preda solo se nell’intimità amate l’abbronzatura a righe diagonali.
  4. L’uomo multimediale. Questo esemplare di “homo tecnologicus” arriva in spiaggia già al cellulare. Si avvicina al bagnasciuga ed, infastidito dal rumore delle onde, attacca gli auricolari all'I-phone. Nel giro di 3 minuti allestisce con Ipad, Imac ed Ipod  una postazione degna della NASA. Chiama la mamma, la sorella, l'ex, l’amico in Canada, ripetendo le stesse cose più e più volte. E’ sconsigliabile puntarlo perché di solito tutti sperano che un’onda anomala lo inghiotta prima delle 17.00.
  5. L’uomo pescante. Lui scende la scarpinata alle prime luci dell’alba con un bel cestello di vermi puzzolenti. Cammina con decisione, analizzando già dall'alto le correnti marine. Se ne ha i mezzi, uscirà con la barca e tornerà in genere dopo alcune settimane, con un luccio che pesa più del suo figlio di 8 anni e che dovrete pulire. Se non ha i mezzi invece, si accoppierà con una roccia e rimarrà a fissare il suo galleggiante fino a quando qualcosa abboccherà. Sfiderà il sole, i venti, i curiosi ma rimarrà lì immobile come il Dio Nettuno fino a notte, momento in cui estrarrà un galleggiante luminoso e darà vita ad un after hour coi branzini. Sceglietelo solo se sapete friggere alla perfezione un’anguilla.
  6. L’uomo mascherato. E’ quello che non toglie mai gli occhiali da sole. Ottimo se amate i giochi di ruolo, Zorro in particolare.
  7. Il nerd. Detto anche Uomo pallido. Lui odia il sole. Passa la giornata a chiedersi cosa stia facendo lì e per quale infausta combinazione del destino ci è finito. Non si sposta dall’ombrellone se non per rincorrerne l’ombra, girando su se stesso come una meridiana. Ottimo per capire che ore sono se avete dimenticato l'orologio. Le sue principali occupazioni sono spalmarsi di crema protettiva e leggere Focus. Uscirà dalla sua muta disperazione solo quando gli verrà proposto di tornare a casa. Se siete attratti da questo tipo di uomo affrettate i tempi di approccio perché quasi certamente il giorno dopo non lo rivedrete, ma tenete presente che è l'unico che saprà finalmente dirvi il coccodrillo come fa.
  8. Il coatto. Più che vederlo lo sentirete. Lui canta, urla e gioca a rimbalzino coi sassi nel mare incurante delle teste che butta giù. Convinto di essere l'alter ego di Maradona vi ricoprirà di sabbia mentre segna un goal nella vostra tenda da sole. Di solito il coatto è pieno di iniziativa. A piccole dosi può risollevarvi la giornata.
  9. Il bagnino. Ha la maglia rossa e può essere abbastanza figo. Vi terrà tra le braccia solamente se state affogando. Non perdeteci la testa perché  ha già una fidanzata con due tette da urlo ed un culo di marmo. La riconoscete perché di solito finisce sempre per stendersi di fianco a mio marito.
Esiste poi tutta una serie di uomini normali. Questi sono i miei preferiti e quelli ai quali io suggerisco di puntare. 
Quelli con cui gustare una birretta in riva al mare, sfogliare un giornale senza grosse pretese e con cui uscire a cena la sera in un ristorante carino.
Se siete fortunate magari offre pure lui.
Basta guardarsi intorno. 
Le occasioni non mancheranno di certo.
L'importante è mettersi nello stato d’animo giusto e convincersi che non è il nuovo Superman colui di cui abbiamo bisogno…. ecco, magari a Superman pensateci solo se siete in spiaggia al Conero e risalite dopo le 19.00.
A quell’ora il bus finisce il turno!!!!


Buone vacanze a tutti!!!

martedì 7 luglio 2015

VUOI L'AMANTE? Fatti un .....

Qualche mese fa parlavo con una conoscente.
Mi diceva che quando l’assenza del marito, vuoi per motivi lavorativi, vuoi per motivi personali, è tale da provocare nella donna un invalidante senso di solitudine misto a depressione, la cosa migliore che questa donna può fare è trovarsi un amante.
Me l’ha sparata così, un po’ come quando uno ti dice “fatti un aperitivo alle otto”. 
Due olive, una patatina ed una trombatina prima dell’insalata di riso!
Olive a parte, immagino che per “amante” intendesse un uomo riservato, di aspetto piacevole, di appetito instancabile e di immediata disponibilità.
Una roba semplice. 
Qualità che puoi trovare in chiunque. In Amazzonia.
Ma io abito a Poviglio, un paese in cui se scorreggi lo sa pure la zia del fratello del cugino di Marcellino e non in Amazzonia dove sono tutti nudi e non passano la giornata a misurarsi il pisello!
A Poviglio se vuoi un amante devi gestirlo, il ché comporta eccessivi chilometri macinati con un pattume puzzolente in mano e spese veterinarie altissime per curare la prostatite che hai provocato al tuo cane a forza di farlo pisciare.
Devi avere la certezza di riuscire a gestire in contemporanea due uomini che ti chiamano, messaggiano, massaggiano, scrivono su what’s up, postano foto su Facebook ed Instagram… insomma devi avere il controllo continuo su due fronti senza rimpiangere l’Amazzonia.
Certo... inserire password che al 90% dei casi verranno sgamate è un’idea, come può esserlo anche modificare i nomi della rubrica. 
Mattea e Davida desteranno qualche sospetto, ma tanti altri nomi passeranno senz’altro inosservati!
Una volta avevo un fidanzato che intratteneva ripetitive e prolungate conversazioni con tale “Mario”. 
Mi ero seriamente convinta che fosse diventato gay ed avesse paura di confessarmelo. 
In realtà non era gay ed aveva solo paura di essere bastonato a morte.
Considerato che ultimamente i miei dialoghi migliori li intrattengo con il Ficus Benjamin (che non è quel gran figo arrivato dagli USA ma ahimè, solo un triste rametto dell’Ikea) e che ieri l’altro, a tavola, spiegavo a GIORGIO, il mio amico immaginario, che l’impianto di irrigazione deve avere qualche problema, mi è sembrato doveroso e rispettoso farmi questo regalo.
E invece dell’amante mi sono fatta il Bimby.
A detta del corriere che ha mollato il pacco nel bel mezzo del mio salotto con la delicatezza di un primate, il Bimby è un elettrodomestico fantastico. 
Emulsiona, trita, frulla, cuoce, pesa, mescola e soprattutto non lascia mutande in giro, non ti telefona mentre stai pulendo il water e non rientra alle tre di notte mentre tu stai pascolando con le pecore che hai precedentemente contato tra le pendici della val Laurina.
“Ieri sera mi sono fatto il purè. OT-TI-MO” ha asserito con tanto di bacio a schiocco su pollice/indice uniti e sguardo soddisfatto.
E se te lo dice l’autista della Bartolini, un ominide con addosso la t-shirt della sagra dello spinacio del 2010, mica puoi dubitare della sua parola… nemmeno se fuori ci sono 40 gradi e sai perfettamente che neanche sotto tortura trangugeresti del purè al 4 di luglio!
Comunque, vista la quantità d’acqua che si è tracannato mentre gli staccavo l’assegno, è pure possibile che mezzo chilo di patate albergasse ancora nel suo stomaco.
Quella notte io e Giorgio ne abbiamo discusso profondamente prima di addormentarci ed abbiamo deciso di dare una chance alla sua credibilità.
Una volta sballato il Bimby l’ho posizionato sul ripiano della cucina, nello spazio tra il forno microonde e l’integratore vegano di mio marito che, da qualche mese, pare essere diventato vitale per la sua sopravvivenza: il Gorilla Perfect (che non ha nulla a che vedere con l’incremento delle prestazioni erotiche. O almeno io non ho notato differenze ;-)).
E’ un insieme di riso, cocco e lupini che, un’azienda vegana, grazie ad un team di addetti marketing e grafici particolarmente brillanti, è riuscito ad immettere sul mercato con questo nome che non si può sentire e che mi costringe a cenare con gli occhi di King Kong piantati sulla forchetta.
Di solito quando Amò non c’è, ruoto lo sguardo del gorilla verso il lavandino, ma oggi, con la scusa del Bimby me ne sono definitivamente liberata.
In effetti il Bimby, oltre a costare quasi come una Panda ha anche le dimensioni di una Panda e capirete che in cucina non c’è spazio per tutto.
E’ necessario liberarsi del surplus.
Ho scelto il Bimby come amante perchè il solo guardarlo e pensare di farci quel che voglio mi ringalluzzisce tutta.
Lui è sempre lì, pulito e lucido.
E’ pronto all’utilizzo a qualsiasi ora del giorno e della notte e non necessita di depilazioni varie prima di ogni incontro.
Ogni tanto, quando ci passo davanti lo accarezzo, gli parlo, gli dico che va tutto bene. 
Gli do un colpetto con lo straccio e gli sorrido.
Lo amo. Lo curo come ci si affeziona ad un tamagotchi gigante.
Quando finisce un passaggio mi chiama con un ripetuto “blin blin “.
Tu togli quel boccale che sembra un grande utero d'acciaio dalle braccia che l’hanno tenuto avvinghiato stretto durante tutto il tempo della preparazione e sospiri di gioia.
Non manca un colpo, non sbaglia mai. 
Mai una parolina fuori luogo, mai un “Mario” sul suo display.
Una volta ho scoperto una “Norma” ma non era niente di importante.
Mi ha spiegato che si trattava solo di uno spaghetto.
E poi ti lascia sbizzarrire senza vergogna in tutto quello che vuoi, ti prepara il tè la mattina e la tisana alla sera senza mai addormentarsi mentre gli stai snocciolando i problemi della tua giornata.
Manca un po’ il calore di un vero uomo sulla pelle ma, con un po’ di fantasia, puoi ovviare scaldando acqua a temperatura 35, 5 minuti, velocità 1 e rovesciandotela addosso.
Attenzione: ponete particolare supervisione alla temperatura per non finire al centro grandi ustionati.
Ho letto che ti aiuta a cucinare qualsiasi cosa: pasta, pizza, focacce, pesce e verdure in varie modi.
Io ci credo. 
Se no non si spiegherebbe perchè tutte le donne ne siano così entusiaste.
Un giorno mi ci metterò d'impegno.
Per ora ci faccio un sacco di mohito.
Uno io, uno Giorgio e quel che resta al ficus Benjamin che si sta inspiegabilmente riprendendo.
Passiamo le serate così.
A ridere della vita.
Poi andiamo tutti a letto felici senza controllare il telefono e senza rompere i coglioni al cane che sta sonnecchiando tranquillo nella cuccia.
Mi spiace per il gorilla, prometto che stasera gli preparo il plumcake alle banane!!!

:-))))))

Barbara







mercoledì 7 gennaio 2015

LAVANDOCI VIA ..... LE FESTE

7 Gennaio.
In una bella giornata di sole l'Epifania si è portata via tutte le feste.
E' finito il Natale, è finito l'ultimo dell'anno, è finito Capodanno e ieri, è finita anche la Befana.
Ora la vita può ricominciare nella sua normalissima quotidianità, senza obbligarci a fare due passi ogni volta che ci alziamo da tavola per non rischiare di vomitare sulle ciabatte.
Calano vertiginosamente le vendite di Malox, Alca Seltzer e Citrosodine e si apre la stagione dei Bogumil (esisterà ancora?) ,degli Herbalife, e dei vari beverotti ipocalorici.
Il ché fa riflettere sulla qualità del tempo trascorso durante le ferie.
A parte i veri patiti di sport, che ci è parso di aver intravisto passare di corsa, infilati dentro tutine tecniche a meno 4, ma che non abbiamo riconosciuto essendo noi in preda ai fumi dell'alcool, l'80% del genere umano durante le feste ha cucinato e mangiato.
Il workout più provante è stato quello di alzare ed abbassare l'avambraccio provvisto di forchetta, seguito da una serie di crunch per salire e scendere dal divano alla ricerca del telecomando per cambiare canale.
Tortellini, panettoni, zampone, cotechino, purè di patate, capitone, lenticchie e chi più ne ha più ne metta.
Il 90% del genere umano ha bevuto.
Champagne, prosecchi, lambruschi, amari, digestivi, caffè e ammazza caffè.
Lo si è dedotto dall'alito alcolemico degli amici, dallo sguardo ebete di chi ci ha fatto gli auguri e dall'assalto cui sono stati presi i supermercati in questi giorni.
Tutto il mondo era intento ad approvvigionare cibo e bevande.
Neanche stessero per lanciarci addosso la bomba nucleare!
Parcheggi nei quali abbiamo rischiato di campeggiare tutta la notte.
Ho visto gente dormire col sacco a pelo in auto e grigliare le salsicce appena comprate sul cofano!
Corsie nelle quali rischiavi la vita se malauguratamente il fato ti permetteva di toccare quell'ultima formetta di pecorino laggiù in fondo allo scaffale.
Un reparto verdure talmente devastato dalla folla, che sembrava ci fosse passato sopra Babbo Natale con tutte e 10 le sue renne!!!
A proposito, vi siete mai chiesti chi ha scelto i loro nomi?
Passino Saetta, Guizzo, Cometa e Lampo, sui quali non ci sono dubbi motivazionali.
Passi pure TUONO, anche se qui... qualche dubbio sul perchè già mi viene.
Passino i più famigerati Rufus e Rudolph.
Ma Cupido, Schianto e BALLERINO????
Ballerino.
Me lo immagino Ballerino, ballonzolare con le sue corna ramificate tra patate e carote, ruminando copiosamente tra foglie di gentilina calpestata e gambi di sedano spezzati.
Mi immagino anche Cupido, tra gli avventori del supermercato, intento a lanciare dardi di fragoline.
Chiedetevi invece cosa può aver lanciato Tuono alla terza scorpacciata di verza e zucchine!!
Comunque, inciso sulle renne a parte, l'impressione era davvero che nonostante le chiusure effettive fossero solamente di 2-3 giorni al massimo, tutti dovessero approvvigionarsi come se il mondo fosse in vista di una imminente carestia.
Io personalmente non ho comprato granché, non ho cucinato granché, non ho mangiato granché ed ho bevuto il giusto.
Non sono tra coloro che ha fatto la corsetta sottozero e nemmeno tra quelli che sono stati in vacanza, al caldo o ai monti che sia.
Io ho passato quasi tutte le mie vacanze in un modo alternativo.
Io ho passato quasi tutto il mio tempo libero nella nuova lavanderia a gettoni.
Sì.
Hanno da poco aperto una nuova lavanderia a gettoni ed io ho iniziato ad accusarne dipendenza proprio durante queste feste.
Un'alcova verde speranza, piena di cartelli interessanti tipo "questa lavatrice funziona con 3 gettoni" o "questa lavatrice funziona con 5 gettoni" oppure ancora "questa lavatrice funziona con 8 gettoni".
Li so tutti a memoria.
"il cambio gettoni non da resto".
Potrebbero anche lasciarmi la lavanderia in gestione che non avrei problema alcuno.
Ho passato le mie feste, seduta su una seggiolina di plastica, con le luci artificiali al neon (che già dicono tutto) ipnotizzata a guardare i vestiti girare ritmicamente dietro al vetro dell'asciugatrice.
24 minuti di VRRR, VRRR, VRRR e ne uscivo rigenerata.
Altro che giro alle terme o percorso salute alla SpA!
Altro che seduta dalla psicoterapeuta (anche se rileggendo quel che scrivo qualcuno avrebbe da obiettare!)
Vi consiglio un ciclo di asciugatura nella lavanderia a gettoni.
Se proprio i vostri nervi sono a pezzi potreste aggiungere anche il ciclo di lavaggio. Non è mai troppo... o troppo poco.
Mi sono accorta che iniziavo a sviluppare un insano attaccamento a questo posto nel momento in cui iniziava ad infastidirmi che qualcun altro usufruisse del servizio.
Cioè... speravo che nessuno fosse già dentro, che nessuno arrivasse e che nessuna asciugatrice fosse in funzione oltre alla mia.
Un po' come i barboni che segnano il loro territorio alla stazione.
Un vero affare per i gestori direi....
Ci è voluto il cartello "il giorno 25 dicembre la lavanderia rimarrà chiusa" per riportarmi alla realtà: io ho un letto, una casa, e persino una lavatrice tutta mia!!

Questa mattina, 7 gennaio, la vita è tornata alla normalità.
La sveglia, puntata alle 7 meno un quarto, ha suonato fino alle 7.20 prima che mi decidessi ad aprire i vetri, per poi scoprire che faceva ancora notte.
Mia figlia mi ha chiesto se Amò stesse ancora suonando.
"Chi???" ho risposto io, pensando all'uomo con la chitarra che ogni tanto entra ed esce di qui. ;-)
L'ho accompagnata a scuola, incontrando occhi ancora gonfi di sonno e facce che sembrava avessero passato la notte, insieme ai calzini, nel ciclo a 60° della lavanderia a gettoni.
Pochi sorrisi, tanta fretta e poca voglia di correre al lavoro.
Poi sono tornata a casa.
Ho iniziato a smontare l'albero di Natale, gli addobbi e lucine del balcone.
Un po' mi mancherà l'effetto Cocoricò che ero riuscita a ricreare.
Dicevo.
Ho iniziato a smontare l'albero e ho finito col passare 3 ore in solaio a sbaraccare tutte quelle scatoline di pedalini e  non so cos'altro fossero, con le quali Amò e la sua tendenza all'accumulo hanno intasato la soffitta.
Adesso mi sono fermata per scrivere.
E tutto questo po-po' di roba mi ha portato via un'oretta....
Ora devo liberarmi dei quintali di polvere che ho ancora addosso.
Credo che urga un giro alla lavanderia a gettoni!!!

Intanto buon inizio anno a tutti voi!!!!!