Che temperatura fa fuori? 35 gradi.
Dove vivo? Ai monti? No.
Al mare? No.
Nella bassa pianura padana? Dove nemmeno le galline osano razzolare nei pollai alle 4 del pomeriggio? Dove solo un cactus resiste nell'afa di piena estate? Sì.
E io? Cosa faccio io? Mi do all'archeologia!
Oggi, alle 17.00, visita guidata allo scavo di Santa Rosa, nelle impervie campagne di Poviglio.
Se cercate sul web "terramara Poviglio" la definizione " insediamento risalente all'età del Bronzo situato nella PIU' DEPRESSA AREA DELLA PIANURA ALLUVIONALE" rende perfettamente l'idea del tipo di impresa che ho imbarcato.
Considerato che in questi giorni non ho avuto troppo tempo per la cura del mio aspetto, decido di fregarmene del tutto e di darmi il colpo di grazia finale partendo senza lavarmi i capelli, depilarmi e farmi le unghie e rimandare il tutto al dopo gita per il quale, con grande acume, scelgo come mezzo la bicicletta.
"Papà.... dov'è di preciso la zona archeologica?"
"Sai dove abita Giordano, quello che fa i massaggi? La strada di fronte, sempre dritto!"
Il problema non è capire dove abiti Giordano. Quello lo so, ci ho passato l'estate scorsa a cercare di recuperare la mia spalla. Il vero problema è quando qualcuno ti dice "vai sempre dritto". Perché tu credi che la meta sia 500 metri avanti mentre invece, ti trovi a pedalare, su una strada ghiaiata sotto la randa del sole, per minimo 2 chilometri.
Considerato che ho arrancato per mezz'ora tra campi di granoturco e fagiani urlanti che mi tagliavano la strada, grattandomi insistentemente le gambe senza chiedermi se la causa fossero i peli in crescita o le zanzare, mi ritengo abbastanza fortunata di essere arrivata con un solo quarto d'ora di ritardo dall'inizio della spiegazione.
Ho parcheggiato la mia unica bici fra le auto dei più intelligenti "appassionati di archeologia" e tutta trafelata con I-pad, borsa e bottiglia da un litro e mezzo d'acqua in mano, mi sono avvicinata al forbito gruppo d'ascolto.
Dopo qualche minuto, col culo ancora tremolante per il "sempre dritto" fra la ghiaia, 18 mosche appiccicate al braccio e rivoli di sudore in fronte, la mia attenzione si sposta dal tabellone preistorico alla disperata ricerca di una zona d'ombra.
Considerato che le uniche ombre plausibili sono quelle procurate delle colonne del porticato mi accingo a posteggiarmi nell'ultimo angolo rimasto libero nella formazione "a pettine" che si è creata. Sembriamo i 300 di Leonida in marcia diagonale verso la battaglia.
Terminata la premessa, ci avviamo tutti verso il cuore del sito archeologico: lo scavo.
E mentre cammino nella terra non posso evitare di estrarre l'unico cappello che, nella fretta, sono riuscita a buttare in borsa: un cappellino in stoffa beige alla Indiana Jones che probabilmente comprano solo gli ottantenni in vacanza a Cesenatico.
Se Enzo Miccio sta ancora piangendo, un disperato sessantenne ha avuto la forza di abbordarmi:
"Lei è del ramo?"
"certo... non vede il cappello??? mi chiamo Dora l'esploratrice!"
"Allora è qui solo perchè è appassionata?"
"Nooooo..... non sono apppassionata... faccio la controfigura all'uomo di Neanderthal. Guardi i peli delle gambe... Poi però quando vado a casa mi depilo...."
Se questo rompicoglioni non mi avesse distratto in continuazione e soprattutto se il contadino adiacente allo scavo avesse fermato il suo trattore per qualche minuto, avrei potuto imparare qualcosa di più di " RRRRROOOOOAAAAARRRRR "ma, purtroppo, così non è stato.
Insomma... di archeologia ho capito poco però ho passato un bel pomeriggio.
Il prossimo martedì, vorrei coinvolgere anche Amò nella gita campestre... sempre che trovi un copricapo adatto.... stavo pensando a quei berretti cinesi col ventilatore sull'aletta.
Non saremmo molto rock ma volete mettere la comodità?????
E se qualche d'uno volesse riprovarci con me ho già preparato la risposta: " semple dlitto, semple dlitto..."
Nessun commento:
Posta un commento