Il giorno che ho scoperto il Planking sono rimasta alquanto perplessa.
Ero a conoscenza del fatto che gruppi di persone si radunassero in luoghi pubblici e che, ad un segnale prestabilito, si bloccassero all'istante nelle posizioni più disparate, come tanti stoccafissi, dando vita ad un fenomeno detto Frozen mob.
Di solito è quello che succede anche nella mia cucina quando chiedo: "chi mi aiuta a sparecchiare?"
So pure che altri pazzoidi, dopo essersi comunicati data ed ora via web, si ritrovano in una location particolare per ballare una mezz'oretta ognuno con la propria musica preferita in cuffia dando vita, questa volta, ad un Silent rave.
Anche questo fenomeno è presente da tempo in casa mia e precisamente nel momento in cui chiedo "chi viene a letto?" facendo di me una delle più grandi "spacca-rave" familiari.
Ma girovagando sul sito di Grazia.it ho scoperto che c'è di più: c'è il PLANKING.
Se qualcuno ne fosse interessato vi giro il link:
http://www.grazia.it/Stile-di-vita/tendenze-lifestyle/planking-sport-strani-foto-divertenti
Il planking consiste nel distendersi a terra rigidi come un bastone, braccia lungo i fianchi e palmi delle mani rivolti all'interno.
E' una cosa molto semplice, alla portata di tutti.
Basta immedesimarsi in un Bastoncino Findus.
Ma il colpo di genio è che, in questa posizione confortevole, ci si deve prima far fotografare e, in uno step successivo, pubblicare la foto su FB, Twitter o qualsivoglia Social Network.
Vince chi riesce ad ottenere più "Mi piace".
Praticamente offriamo al mondo la visione della nostra pseudo-morte, nella speranza che una quantità indefinita di sconosciuti ne goda, cliccando il proprio consenso.
Ho reputato questa cosa un'idiozia tale che non ne ho nemmeno parlato con Amò.
Non sia mai che gli balenasse l'idea di stendersi in garage e mi chiedesse di immortalarlo con l'IPhone!
E poi, a dire le cose come stanno davvero, stasera non sono troppo in forma.
Stamattina sono andata dal dermatologo per togliere un neo piuttosto corposo che avevo alla base dei capelli, dietro la nuca.
Sebbene l'idea di farmi bruciare la testa non mi esaltasse particolarmente, ho scelto di non essere accompagnata da nessuno.
Ho già vissuto l'esperienza di avere al fianco, per la precisione dietro, Amò in sala parto e mi è bastata.
Devo anche ammettere che stamattina, dopo la scalatura Punk non richiesta ma ugualmente ricevuta dalla mia ora ex-parrucchiera, nemmeno farmi rasare la nuca da Amò era qualcosa che desiderassi particolarmente.
Ultimamente ho la forte impressione che chiunque possa sfogare le sue frustrazioni sulla mia capigliatura.
Fatto sta che, oltre al taglio orrendo sul davanti, è tutt'oggi che giro con un cerottone bianco che mi copre mezza testa sul di dietro.
Ci manca solo un brufolo sul naso e potrei essere la prima scelta per il remake de "La cosa".
Quando tra mille imprecazioni (il cerottone si è attaccato ai capelli peggio del Bostick) chiedo ad Amò di darmi un suo giudizio sull'esito dell'intervento lui, molto carinamente, balzando all'indietro con mano davanti alla bocca ha sbraitato:
"che schifo!!! potrei svenire! Ma hai un buco!!!"
"Scusa" ho fatto io "certo che ho un buco, mi hanno bruciato...."
"No, no, ma non farmelo più vedere!!!!"
"Ok, ma almeno rimettimi il cerotto" l'ho implorato.
Totalmente abbattuta ed incompresa, mi sono ridotta a chiedere a mia figlia di 5 anni, che per l'occasione ha sfoderato un nuovo kit da dottoressa, se poteva far qualcosa per rimettermi a posto la medicazione.
"BLeeeeeaaaa, che schifo.... no no no.... io non te la metto!!" é stata la shocckante risposta.
Senza più nessuna speranza, ho iniziato a sospettare di dovermi rivolgere al figlio del mio vicino che, intento a torturare una cavalletta, mi sembra abbastanza "splatter" per sopravvivere al mio sangue coagulato.
"Scusa Amò... almeno me la fai una foto... così vedo cos'è questo mostro che ho qui di dietro?" chiedo mentre sto per piangere spaventata.
Alla richiesta della foto lo sguardo di Amò si é illuminato.
"sì, sì, dai.... così facciamo il prima e il dopo!"
"Certo" ho pensato"perché non facciamo un collage e lo pubblichiamo su FB!!"
Alla fine, pregando di non centrare la ferita con la parte appiccicosa del cerotto ho risolto l'incresciosa situazione da sola.
Ora, che lui è fuori per un concerto, sto iniziando a valutare che dovrei provare col Planking.
Chissà... Ignaro di tutto, se mi vedesse seccata sul pavimento della cucina con 150 "Mi piace" a fianco, sono certa che una volata a casa per attaccarmi la garza la farebbe!
Devo solo trovare l'inquadratura giusta per farci stare anche i piedi....
sabato 28 settembre 2013
martedì 24 settembre 2013
IL PULCINO BIO
Ieri io e Amò abbiamo passato una simpatica domenica pomeriggio alla fiera Natura Bio di Correggio.
Nel caso non aveste nulla di meglio da fare, consiglio a tutti di farci un giro. Respirerete un po' di atmosfera freak e salutare, incontrerete tante persone "peace and love" a cui raccontare la storia della vostra vita e, se sarete fortunati, ne uscirete con il Karma risollevato.
Per l'occasione consiglio un outfit comodo e naturale (evitate come ho fatto lo scorso anno, borse in pitone e tacchi scardina alluci) pena rischiare di sentirvi completamente fuori luogo.
Sul fronte moda, la cosa più fashion che potrete trovare in vendita, saranno maglie in canapa naturale o calzature in vello di pecora modello "Peter l'amico di Heidi".
Non meno indesiderabili ma decisamente più colorate, sono tutta una serie di maglie peruviane dai vivaci colori che fanno tanto "Vacanze ad Aspen".
Se l'incedere tra le bancarelle vi stancasse, potrete comodamente rilassarvi sotto ad uno dei tanti gazebo, coricandovi su candidi teli al suono delle campane tibetane. Potrete provare il suadente massaggio vocale e/o, a scelta, il massaggio Shatzu a soli 10 euro per 30 minuti.
State certi che il tutto avverrà nella più completa privacy tra voi, il vostro sciamano ed una cinquantina di curiosi che vi piantoneranno a fronte, per assicurarsi del raggiungimento del vostro stato di trance ipnotico.
Se deciderete di snobbare le varie esperienze mistiche, all'interno dell'area coperta potrete assaggiare a scrocco una varietà infinita di thè e tisane: the verde, the nero, infuso di roibes, maracuja ed arancia, tisane drenanti, energizzanti, rilassanti e molte altre ancora.
Se ce la fate a berle senza finire al centro grandi ustionati ne trarrete un enorme beneficio. L'unico rischio al quale potreste eventualmente andare incontro sarà che, con tutto questo energizzare e sgonfiare il ventre, si potrebbero attivare mutazioni transgeniche nel vostro stomaco e relative flatulenze in piena folla.
Bevuto l'imbevibile, alla fine del giro, se sarete fortunati riuscirete a raggiungere la vostra autovettura senza pisciarvi addosso.
Nel caso in cui la Dea bendata vi snobbasse, dovrete investire 10 euro nell'acquisto di un pannolone lavabile in spugna che tra questa new hippy generation pare essere la geniale alternativa a Pampers o Teena Lady.
Un altro piccolo neo alla rassegna sono i profumi sprigionati da essenze, acque angeliche ed incensi.
Un pout-pourri olfattivo di non poco conto, in grado di alterarvi le percezioni sensoriali, con un impatto equiparabile a quello di un Peyote.
Motivo per il quale, dopo aver respirato per una ventina di minuti tutta questa ventata di odori allucinogeni mi sono data agli acquisti, e specifico, a quelli che si possono definire gli acquisti intelligenti.
Ve li listo qui a seguito:
N. 2 confezioni del the verde più puro del mondo. Il MATCHA TEA. Non quello delle bustine che compri alla Coop, non quello delle scatoline equosolidali.... Niente popo di meno di quello delle dinastie giapponesi Tang e Song... Dall'inconfondibile sapore di erba appena tagliata, dalla polvere delle foglie macinate a pietra una ad una, dal colore verde smeraldo brillante!
Pare che i due maggiori usufruitori siano Amò e, direttamente da Oz, la Strega del Nord.
N° 1 cuscino anticervicale. Una fodera in puro cotone a pois lilla, ripiena di semi di miglio e fiori di lavanda essiccati, da cuocere in micronde prima di appoggiarlo su schiena o su qualsivoglia parte dolorante.
Confesso di averlo provato la sera stessa prima di andare a letto. Appoggiandolo sul rachide cervicale, il tepore emanato mi ha fatto addormentare di botto. Mi sono svegliata alle 7.00 con la sensazione di essere stata strozzata nella notte da un boa, in piena campagna provenzale.
N. 1 coppetta mestruale. Questo innovativo marchingegno assomiglia ad una tettarella di un biberon gigante girata al contrario, in puro silicone ed è disponibile in varie tinte e colori diversi. Viene inserita in vagina allo scopo di raccogliere il sangue mestruale.
Considerato che la sua durata è infinita, calcolando il ciclo medio fertile di una donna, permette al solo prezzo di 12 euro, un risparmio di 4.200 euro in assorbenti (mini, ultra, plus, con ali e senza ali) per tutta la vita.
Nonostante lo sguardo perplesso di Amò, che ascoltava le mie domande sulle modalità di posizionamento e le esaurienti spiegazioni del commesso, ho deciso di comprarla come buon auspicio per il futuro, soprattutto per il fantasioso brand del rivenditore, "Il passero lavabile", nome che, nella fattispecie, non poteva essere più azzeccato. Il tutto corredato dal disegno molto naif di un uccello in pannolone.
Ammetto di non averlo ancora utilizzato, ma al primo ciclo utile, verrete informati della sua reale praticità o se, come dubito sia, è stato un acquisto del cavolo che verrà riposto nella cesta del bagno insieme al guanto epilsoft.
Rinsavita dall'aria fresca Amò mi ha riportato verso il parcheggio dove, soddisfatta dei miei acquisti, ho iniziato a leggere le istruzioni di cuscino e coppetta in inglese (l'italiano non c'era) sentendomi felicemente bio-international.
Mi è rimasto un ultimo dubbio.... Ma tutte queste bionovità, non è che traumatizzeranno mia figlia?
E poi non le ho comprato nulla..
Chissà se faccio in tempo per una di quelle paperette in legno che muovono il becco mentre le tiri o per un pullover andino con le bamboline colorate che sfiottolano fuori dalle tasche?
Se non è migrato verso climi più miti dovrei avere ancora il biglietto da visita del passero.....
giovedì 19 settembre 2013
LA FARFALLA MAGNETICA
Sono una fan delle filosofie orientali: la meditazione, la pratica Yoga, il rilassamento guidato, la respirazione come mezzo per modulare ansia e riacquistare serenità.
Non è una moda passeggera.
Semplicemente sono convinta che queste discipline si plasmino su di me meglio di molte altre e compensino la mia naturale tendenza a farmi viaggi mentali che so sempre dove inizino ma mai dove finiscano.
Tale "Osho", mistico indiano, da tempo mio barbuto compagno notturno, sostiene che la mente deve rimanere nel Quieora. In parole povere invita a vivere il presente, a non lasciare che la mente vaghi per il mondo.
Cito testualmente: "Mentre mangi, mangia; mentre cammini, cammina".
Parrebbe elementare. Non lo è.
Qualche tempo fa, uscendo al crepuscolo dal supermercato con le borse della spesa, mi sentivo una farfalla.
Io ero il mio corpo.
La mia mente era una svolazzante Stichophthalma gialla .
Pervasa da una strana felicità, come capita ad inizio autunno quando l'aria sprizza di vendemmia ed il cuore è gonfio di gioia, me ne tornavo verso l'auto respirando e volteggiando con le mie borse.
Sono stata così attenta a respirare che, tragicamente, ho inciampato nella simpatica installazione dell'ultim'ora: il nuovo box raccoglilattine. Una traversa in ferro ad altezza mozza-gambe, ha rovinosamente sbattuto i miei pensieri sul cemento, insieme alle mie borse ed a tutto il resto del mio corpo.
La mia farfalla si è stecchita all'istante.
Mi era già capitato di cadere diverse altre volte (la peggiore davanti al Bar del Teatro, quando per fare la figa ho tentato di aprire il passeggino con un calcio volante alla Heter Parisi e, grazie al tacco rimasto nel meccanismo infernale mi sono distrutta il coccige) ma mai, mai, uguale a un sacco di patate come quella volta del supermercato.
Il vero problema è che tutti trovano molto divertente veder cascare qualcuno.
Un po' per la goffaggine che "il caduto" assume mentre prova ad evitare di trasformarsi in una maschera di sangue sdentata, un po' per quel sadismo che ti assale all'idea di vedere qualcuno alle prese con la propria vergogna.
Io ne sono sempre uscita buttandola sul comico, ironizzando sul mio status di imbranata.
Ma quella volta non ce l'ho fatta a ridere. Mi faceva male tutto: le gambe tranciate a mezzo, le mani scorticate, lo sterno sbattuto.
E quando un conoscente mi ha chiesto "hai bisogno di aiuto?" non ce l'ho fatta a ridere e mi sono messa a piangere.
Quando la figura di merda è troppo grande, consiglio di optare per il tragico. Non preoccupatevi delle lacrime. Più silenziose e sofferenti saranno, maggior pena e preoccupazione indurrete nel vostro pubblico, soccorritore o spettatore che sia, in modo da rimuovere x sempre dalla loro memoria la scena da Paperissima.
L'altra sera ero all'Arena di Verona.
Anche la Sthicophthalma di Luciano Ligabue è franata al suolo.
A dire il vero io non mi ero accorta di nulla. In quel momento stavo guardando il telefono per controllare non vi fossero stati lanciati s.o.s dai nonni alle prese col babysitteraggio della piccola Mirea.
Cose tipo: siamo incatenati al divano, la nonna é vestita da Peppa Pig (oddio!! ma a Carnevale non ci saranno mica in giro tante mini-Peppe??), la gatta si è suicidata.
Da grande esperta di botte ho pensato: " Se non l'ha buttata sul tragico è tutto ok".
Però provate a immaginare.... un'arena vecchia di secoli stracolma di gente incelophanata dentro ponchi multicolors, sparute gocce di pioggia in controluce, un'orchestra alle tue spalle, tu che stai cantando le tue canzoni. Cammini a braccia alzate godendo il frutto del tuo impegno consapevole che un'arena di persone è lì per te e che il tuo lavoro è la loro gioia.
Fanculo Osho, ok che "se cammini, cammina" ma se ci distraiamo un attimo mica devi farci stramazzare al suolo!
Però stamattina ho letto che Luciano ha una microfrattura alla spalla, il chè significa che se è caduto lunedì ed oggi è mercoledì, martedì s'è fatto una risonanza alla spalla.
Sono molto solidale a questa cosa perchè anche io martedì sono andata a fare una risonanza alla spalla in una clinica della mia città.
Per evitare contaminazioni varie, il reparto radiologia è stato allocato nei sotterranei della struttura.
E' facilmente raggiungibile seguendo il percorso blu. Se sbagli e segui quello rosso ti ritrovi in ostetricia e, a meno che tu non debba partorire, faresti lunghe rampe di scale inutilmente.
Superati i vari step di diagnostica tipo raggi X, TAC, ect. ed annessi pazienti ormai mummificatisi nell'attesa del loro turno, alla fine del tunnel ci trovi il cartello RM.
Accomodatami a fianco di un vecchietto, ho stremato tutti chiedendo a che ora avevano l'appuntamento, quante macchine c'erano, se avevano già fatto risonanze, dove avevano male...
Quando mi hanno fermato, mentre intrattenevo i vecchietti con le barzallette di Youtube, ho pensato di starmene buona e di partecipare all'abbiocco generale.
Ho sentito urlare il mio cognome mentre stavo raggiungendo la fase REM sbavellando sulla spalla del mio vicino.
Mi hanno chiamata da quella porta chiusa da più di un'ora dietro la quale iniziavamo a sospettare dell'esistenza di un tunnel spazio-temporale che ti trasporta in un'altra dimensione.
Comunque, dopo la chiamata, sono stata deportata in uno squallido spogliatoio claustrofobico. Dopo avermi specificato di restare in calze e mutande, sono stata fornita di una vestina semitrasparete in carta verde decisamente poco fashion, di un copriscarpe e di un paio di tappi per orecchie gialli che avrebbero avuto qualche chances di entrare, solamente in quelle di Shrek.
Il problema è che questo ambiente, in quanto a colori e temperatura, assomiglia in tutto e per tutto ad una cella frigorifera.
"Fa un po' freddino qua dentro eh? "dico all'infermiere fingendo di ignorare che mi sta sbirciando le tette da sotto la vestaglietta smunta.
"Sì" tuona lui " ma lei dove pensa di andare? Ha bisogno del bagno?"
"No, è che ero già pronta... facevo un giro..." dico coi miei tappi gialli piantati nelle orecchie.
"Aspetti lì" mi ordina perentorio indicandomi la seggiolina in plastica bianca dentro al tugurio.
"A che ora le aprite le docce col gas? " gli dico a bassa voce mentre torno nel mio buco ghiacciato e mi siedo coprendomi la pancia.
Ci mancherebbe solo chw mi prendesse un attacco di diarrea durante l'esame!
Vengo stesa e costretta dentro ad un tubo che assomiglia auna bara color crema e lasciata immobile con una peretta antipanico in mano mentre un ta-ta-ta-ta-ta assordante mi scandaglia spalla e maroni per 20 minuti.
Ho avuto mezz'ora di tempo per meditare.
Ho capito che questa risonanza è la punizione divina per non aver prestato attenzione a quello che stavo facendo.
Se cammini, cammina se mangi, mangia.... ma se ti senti una farfalla, prima di partire, controlla di avere davvero le ali!
mercoledì 11 settembre 2013
UNA SPESA FATTA CON AMO'-re
Ho appena finito di lavare un intero kit da 40 pezzi di filetti di platessa.
Mi sento una scaricatrice di pesce al mercato ittico di Tokio.
L'ho fatto con passione. Ho preso questi cadaveri bianchi e mollicci e li ho sciacquati sotto l'acqua fresca, li ho stesi ben distanziati su un letto di scottex, li ho riuniti a gruppi di 4 e, come teneri amanti, li ho ibernati per l'eternità nel mio congelatore.
Rimarranno qui per i prossimi due anni fino a quando, il giorno che avremo voglia di platessa, stabiliremo che saranno troppo stecchiti per conservare intatto il loro sapore e verranno lanciati nel pattume a marcire lentamente.
Ma per spiegarvi la situazione ho bisogno di fare un passo indietro, al tragico momento del mio SI', alla proposta di Amò di venire con me a fare la spesa.
Se per connettermi col mondo, io necessito di almeno un paio d'ore, lui si alza brillante e pieno d'energia. Immagino sia merito di quel frullato di frutta fresca che si prepara con tanta precisione appena scende in cucina. Sbuccia pere, mele, banane, aggiunge mirtilli ricordandomi del loro potere antiossidante, taglia tutto a pezzettini ed avvia soddisfatto il frullatore, quello stesso frullatore che mi rimbomba nel cervello mentre io faccio svogliatamente appassire i cereali nel latte.
Praticamente tra le urla di Spongebob alla televisione, la radio accesa ed il frullatore in azione, ogni mattina ho l'impressione di alzarmi nel bel mezzo di un cantiere edile in piena attività. Ed è stato in questo turbinio di emozioni mattutine che ho acconsentito, senza coglierne il vero significato, al suo "accompagniamo la Mire all'asilo e poi facciamo la spesa insieme!!".
Fare la spesa in coppia è un'indimenticabile esperienza lisergica.
"Devo andare a lavorare, quindi non stiamo 2 ore qua dentro!" chiarisco appena lo vedo esaltarsi nel reparto verdure.
So per esperienza quanto si diverta tra le corsie dei supermarket. E' al corrente dei prodotti migliori, delle offerte più pappabili e degli alimenti di più alta qualità, meglio se biologici.
In pratica è come stare con un'App dell'I-phone.
Varcate le porte automatiche, mentre valuto se tornare in macchina a prendere il Kway o posizionarmi a mò di statua a destra dei frigoriferi come prolungamento del reparto surgelati, lui è già in piena follia da frutta: guanto alla mano, pesa ed imbusta uva, arance (primizie di settembre) e pere. Non appena si allunga verso i mirtilli io inizio:
"non prendere i frutti di bosco che ne abbiamo 2 scatole congelate in frigo"
"sono in offerta" mi risponde lui "li metto nel frullato, se avanzano li congelo..." cerca di convincermi
ODDIO ANCORA QUESTO FRULLATO!!
"ma ci sono già in frigo congelati, usa quelli!!"
"ma li metto nel frullato!" insiste lui.
Ok, qui non ci saltiamo fuori. E' un gatto che si morde la coda.
Impossessiamoci dei frutti di bosco e andiamo avanti!
Evitato il reparto colesterolo alias salumi e formaggi lo vedo riaccendersi al banco del pesce.
Non avvicinatelo mai ad un banco di pesce se non volete invecchiare tra dentici e calamari.
Qui Amò raggiunge l'apice della trance agonistica.
Mentre io sgattaiolo a comprare i Marshmellow, lui butta l'occhio sulla platessa in offerta.
Il mio fatale errore è stato non averlo fermato in tempo. Ha buttato nel carrello uno scartoccio abnorme, una bomba: un chilo di fliletti di platessa.
Quel chilo di pesce che mi sta mandando in depressione da mezz'ora.
"tanto quel che non mangiamo subito lo congeliamo!"
"anche quello? coi mirtilli??? ma chi sei?? L'UOMO GHIACCIO?" penso io sempre più abbattuta e silenziosa.
Raggiunto il reparto scatolame agguanta degli sgombri al naturale, neanche sott'olio....
"ne abbiamo altre quattro scatole in dispensa!" scornacchio io.
Lo so, sono una rompicoglioni. Lo rimbrotto ogni volta che punta ad un acquisto ma odio mettermi in casa doppioni di cose di qualsiasi genere a meno che non siano scarpe o borse.
"no non ci sono più, le ho mangiate" mi aggiorna lui.
"E quando le hai mangiate 4 scatole di sgombri????"
"Ma sai... le mangio a metà mattina!!"
Reprimendo un conato di vomito, lo guardo senza riuscire a parlare.
Mio marito, alle 10.30 di mattina, si fa una scatola di sgombro.
Pensavo che le scatolette di sgombro servissero in un rifugio antiatomico, se vai in guerra, per una cena da single, per tirarsele in faccia quando si litiga... non credevo fossero come un biscottino spezzafame...
Finalmente capisco: non è l'Uomo Ghiaccio.
Bacche di bosco, pesci e scatolette di sgombro, non sono indizi da poco.
E' l'orso Yoghi.
Se tanto mi da tanto allora io devo essere Bubu, quell'orsetto simpatico dal papillon blu che lo riporta sempre sulla retta via.
Non è che la cosa mi esalti. Io avrei tanto preferito essere quella strafiga di Catwoman, solo che poi dovrei amare Batman.
E lo sapete voi cosa mangiano gli uomini pipistrello?
Per ora, l'unica cosa certa è che ho un chilo di platessa nel frigorifero.
Mia nonna dice il pesce fa bene al cervello...
Chissà??... magari in famiglia ne avevamo davvero bisogno...
venerdì 6 settembre 2013
IL TOM TOM CHE NON T'ASPETTI.... (ma c'è chi aspetta)
E' vero. Non sono mai stata troppo brava nel districarmi tra cartelli ed indicazioni stradali. Il mio motto è sempre stato: io parto, in qualche modo arrivo.
Se le frecce sono chiare e posizionate ad una distanza abbastanza umana che mi permetta di leggerle prima di trovarmi una panda nel baule, di solito non sbaglio. Se i cartelli non ci sono io, conscia del fatto che tutte le strade portano a Roma, mi affido all'istinto.
Non sono propriamente una bussola ma con qualche imprecazione, 16 giri intorno alla stessa rotonda ed un minuto di training autogeno al semaforo, alla fine, raggiungo la meta.
Per questa mia caratteristica Amò mi ha carinamente affibbiato il soprannome di " Tom Tom".
"Allora Tom Tom hai trovato la strada? Tom Tom dove sei?"
"Non lo so.... sto girando... non trovo il posto.... ma dove cazzo è questo posto di m.... (passata la mezz'ora di ricerca divento scurrile)"
"Dovevi andare di qui..... di lì, girare indietro... aspetta che chiedo.... dove siamo di preciso qui?"
E finisco per trovarmi a parlare al telefono con uno sconosciuto che prova a darmi delucidazioni mentre vago alla cieca in qualche landa sperduta.
La cosa peggiore è che quando arrivo, nervosa come una capra, vengo sempre presa per la sfigata che non sa guidare. E non è bello. Non è per niente bello.
Stasera sono di ritorno dalla sagra di Santa Croce di Carpi.
Per non sbagliare, stavolta mi sono munita del navigatore.
A parte che questo fantastico mezzo tecnologico mi ha fatto prendere l'autostrada e fin qui, tralasciando i camion in terza corsia, ho portato comunque pazienza, benchè sapessi che ci sarebbero state opzioni più rapide.
Ho iniziato a dubitare della sua conoscenza del territorio quando mi sono ritrovata in un vicolo adiacente la tangenziale frequentato da diverse prostitute e da una fila di macchine in attesa.
Dovrebbero inserirlo come optional al Tom Tom. Una segnalazione alternativa agli autovelox. BIP BIP PR0STITUTA rallentare, non perchè mi diano particolarmente fastidio, ma perchè il passeggio di culi al vento, la sosta pro-consumo ed il cospicuo andirivieni ha un'alta probabilità di distrarre chi, come me, ci finisce in mezzo per errore.
" Siamo arrivate alla festa?" mi chiede la piccola Mirea sul seggiolino al mio fianco.
"No tesoro, penso di aver sbagliato strada... a meno che queste signorine non siano le ballerine...."
Amò, che in quanto a tempismo è meglio di un cucù svizzero, mi chiama.
Sento il sax dei Quarterflash dare un non so ché di surreale a tutta la situazione e rispondo più per metter fine allo strazio che per ascoltare la sua soluzione al problema.
"Dove sei?"
"In una via in mezzo a delle puttane!!"
"A fare????" mi chiede lui.
"come A FARE!!, non so dove sono.... di certo non dove dovrei essere!!" e riattacco.
Abbasso il finestrino e la signorina bionda in tubino inguinale nero mi osserva probabilmente domandandosi che tipo di richiesta possa fargli con una bimba di 5 anni al fianco.
SONO IN UNA VIA DI ZOCCOLE CON MIA FIGLIA. NON CI CREDO, NON CI CREDO.
"Mi scusi.... siamo a Santa Croce qui?" chiedo dandole del Lei.
Questa mi guarda senza parole.
STO PER CHIEDERE A UNA PUTTANA DOV'E' UNA CHIESA NON CI CREDO, NON CI CREDO.
"Dov'è la chiesa di Santa Croce??" (ci avrei messo anche un bel "Cocca" a inizio frase, tanto per immedesimarmi nella parte ma ho evitato per quel tanto di cervello che mi rimane)
ADESSO MI MANDA AFFANCULO. NON CI CREDO, NON CI CREDO.,
Incredibilmente la Signorina, col suo italiano stentato, mi dice più o meno dove andare per ritrovare la strada principale.
Insomma, alla fine ce l'ho fatta. Sono riuscita ad arrivare prima dell'inizio del concerto.
E adesso che sono a casa mia, al sicuro, con la certezza che se sbaglio qualcosa al massimo mi ritrovo in bagno invece che in cucina, mi viene spontanea una riflessione.
"Mio caro e buon Gesù, aiuta queste donne a ritrovare la retta via, ma intanto che ci sei, a Santa Croce.... mettici una freccia!! "
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