Odio, odio queste quattro parole : FAI QUELLO CHE VUOI.
Mi fanno salire la pressione ogni volta che escono dalla bocca di Amò.
Intendo praticamente ogni sera.
Verso le 17.00, quando inizio ad avere l'incubo cena, lo chiamo e gli chiedo al telefono: "cosa vorresti mangiare stasera?".
Non è una domanda cortese.
E' una domanda intimidatoria.
Nel senso che Amò è pienamente consapevole che la risposta sbagliata rovinerebbe a priori la serata famigliare.
Se mi proponesse una portata che contempli tempi di preparazione superiori ai 20 minuti cadrei in depressione, se mi chiedesse un piatto di oltre 5 ingredienti (sale ed olio inclusi) verrebbe spedito al ristorante.
In ogni caso, per ravvivare la mia sempre morente voglia di mettermi ai fornelli, gradirei almeno avere un'indicazione a scelta tra carne, pesce e pasta.
Mi costa gran fatica cucinare. Preferirei pulire vetri e tapparelle per una settimana ma una risposta mi eviterebbe i consueti 20 minuti di yoga davanti al frigorifero aperto e di brinarmi le dita mentre affondo nel congelatore in attesa di un'idea commestibile.
Sì. Perchè cucinare è un'arte.
Lo è tanto quanto la musica, la pittura, la scrittura.
Ed il mio codice genetico purtroppo non è stato dotato del "cromosoma BC" (Brava cuoca).
Ho quello SS (sbusta/scalda) e quello STVBFSM (se tutto va bene forse stasera mangi) ma manco completamente del BC.
Del resto, discendo da una progenie di donne che con il cibo non vanno proprio a bracceto.
Mia nonna, cuoce la pasta ogni tre giorni e la riscalda a bagnomaria.
Mia mamma pensa che la "dadolata" sia il gioco di Natale alternativo alla Tombola.
Non ho avuto altri maestri che i partecipanti di Masterchef, che cosa si può pretendere da me?
Così, presa da buona volontà per qualche sera mi sono data alla cucina orientale con ottimi risultati.
Ho preparato riso al curry con gamberi, gamberi alla curcuma con riso al curry, riso nero con gamberi e zucchine.
Quando mi sono resa conto che stavo diventando come Bubba Smith ho sostituito i gamberi con il pollo, sempre accompagnati dall'immancabile riso al curry.
Ho deciso di smettere quando una sera, rientrando, Amò si è messo alla ricerca di PANGIABI, l'indiano che pensava avessimo adottato.
"Dov'è PANGIABI??" mi ha chiesto.
"Chi???" ho fatto io pensando ad un tipo di pane senza olio.
"Pangiabi!!! L'indiano che abita qui con noi!!!!"
In effetti, mi ero accorta che ultimamente le mie mani odoravano di cipolla ma soprattutto mi ero accorta che, tutti questi risi, stavo creando seri problemi di stitichezza alla famiglia.
"Ma guarda qui come passa il tempo... una volta profumavo di "Angel" e adesso so di cipolla... "
Ho dovuto per forza dare una svolta alla mia vita.
Ho cercato un serio libro di cucina.
Oggi gli chef sono alla stregua dei cantanti.
C'è gente che spenderebbe 200 euro per mangiarsi le polpette di Bruno Barbieri. Hanno fan, prezzemolano programmi televisivi e soprattutto scrivono libri di ricette tra i quali si suppone ce ne possa essere uno anche per me.
Sono partita alla grande: Carlo Cracco.
Ho scartato a priori il suo "Se vuoi fare il figo usa lo scalogno" perchè, come dicevo, ho già superato il target del puzzo di cipolla consentito sulle mani di una donna ed ho valutato il nuovo volume uscito: "A qualcuno piace Cracco".
Certa che Amò mi avrebbe accusata di essere quel qualcuno, ho glissato su
Gordon Ramsey.
Il cuoco dal cuore d'acciaio propone "Facciamola facile".
Considerato che il tempo per le sveltine è finito da un pezzo sono passata oltre.
Giunta a "Peccati di gola" di Luca Montersino ho avuto paura di cosa, sfogliando tra quelle pagine, avrei potuto leggerci.
Mi ha ricordato il remake di un famoso film degli anni 70.
Per togliere ad Amò strane idee l'ho scartato.
Picchi Fabio, col suo "Ho fame di te" delle Edizioni Paradiso mi sembrava promettere cene troppo focose.
Siccome non sono ancora dedita al cannibalismo ho preferito guardare se Alessandro Borghese proponesse qualcosa di meglio.
Il suo libro si intitola "Tu come lo fai?".
Nemmeno qui ci siamo.
Ca@@i miei... dimmelo tu come lo devo fare!
Pure se sei gay hai un libro completamente pensato per te: si chiama "Gnocco di mamma, ricette per gay", di un certo Sig. Lapipa, un nome un programma.
Strano... pensavo che gay ed etero mangiassero le stesse cose!
Comunque mi sono tornate in mente le parole che Amò mi dice sempre: fai quello che vuoi.
Dovrebbe stare molto più attento a lasciarmi tutta questa libertà in cucina.
Chef gigolò pare siano molto intraprendenti in questo campo.
A scanso di sbagliare e comprare un kamasutra al posto di un ricettario sono andata sul sicuro.
La cara vecchia Benedetta mi ha convinto: "E' pronto!! salva la cena" é stata la mia scelta.
Non saranno piatti da Michelin ma di certo non dovrò tornare in libreria a comprarmi il libro della Signorina Bigi Carla:
"Aiuto sono incinta... adesso cosa mangio?"
:-)
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