Mentre ancora la scatola coi resti del Pandoro mangiato a metà, fa bella mostra di sè, capovolta sul ripiano più alto della cucina, siamo arrivati al Carnevale.
Senza nemmeno accorgercene, quando la dispensa inizia a riempirsi di chiacchiere, frittelle o di qualsiasi tipo di dolcetto fritto esistente, noi iniziamo a chiederci se, per caso, non sia giunto il momento di buttare via quel panettone.
Il panettone aperto, può venire ignorato per mesi dentro quello sportello come se godesse di una qualche particolare forma di vita propria, come se quello zucchero a velo che lentamente si è trasformato in muschio, potesse ancora, in qualche modo restare mangiabile.
Comunque sia, nonostante il resistere del dolce natalizio, il tempo delle maschere ha superato quello dei babbi natali che giacciono già tutti inscatolati nelle soffitte.
Io ho sempre amato travestirmi anche se odiavo girare per ore sui carri intorno alla piazza.
Ricordo le sfilate della scuola coi vestiti cuciti dalla nonna. Un anno eri il dalmata della carica dei 101 e l'anno dopo, per ottimizzare la spesa del costume, toglievi le macchie nere ed eri un orso polare.
Un anno eri una coccinella, l'anno dopo, via guscio- zainetto ed antenne, cuciti attorno al collo quattro petali rossi ed eri un papavero.
Da ragazzina poi, l'anno in cui ero persa per un tipo dal ciuffo rockabilly, mi travestii da comparsa sfigata di Grease facendomi un sacco di viaggi mentali su noi due emuli di John Travolta ed Olivia Newton Jones. Inutile dire che ci rimasi malissimo quando me lo ritrovai travestito da prete. Assolutamente intoccabile.
Un anno invece, provammo a vincere un concorso in maschera. Io ed altre due amiche di allora. Ci travestimmo da angiolette con tanto di soffici ali e vestitino grigio cielo.
Non ricordo molto di quella sera ma mi è difficile scordare l'attimo in cui sul palco ci girammo spalle al pubblico ed azionammo le alette in su e in giù, tirando due corde a mo' di bretella, in un marchingegno di nostra invenzione che, oltre alla lussazione delle spalle per il peso, ci ha regalato il nono posto in classifica generale, nessun viaggio premio ed una buona dose di vergogna.
Ma io per Carnevale ho sempre sognato di essere una zingara.
Non le zingare con la borsa Borbonese che vediamo uscire dal Conad spingendo carrelli stracarichi.
No. Perdura in me l'immagine romantica della zingara che viaggia in un carrozzone in legno, con gli orecchini a cerchio e la rosa tra i capelli, le labbra rosso fuoco e la sfera di cristallo tra le mani.
Il vero problema è che io non avevo niente da mettere dentro quei corpetti dai lacci incrociati che avrebbero dovuto sostenere seni importanti. E a meno che non ci avessi infilato dentro la stessa sfera di cristallo con effetto monotetta, sarei sembrata più una piccola pastorella che una procace gitana.
Però martedì, martedì grasso, anche la mia piccolina è andata alla sua prima festa di carnevale
Lei ha scelto di vestirsi da principessa.
Un'idea abbastanza originale considerato che su 15 bambine solo 14 erano principesse!!!
La quindicesima era vestita da Peppa Pig.
Pizzi a gogò, cappellini, roselline, borsette e coroncine piumate.
I bambini invece erano un piccolo esercito di cowboy, pirati, guerriglieri e supereroi con tutta una serie di civili accessori quali martelli, spade, pugnali, pistole e fruste.
Mi sono seduta su una sedia e li ho osservati tutti, maschi e femmine.
Ha iniziato a frullarmi in testa l'idea che tutto parta da qui.
L'infelicità della donna sta nella sindrome di Cenerentola.
A cinque anni il sogno più grande di una bambina è quello di vestirsi da principessa. Vuole andare al ballo con l'abito delle favole, quello più bello. Si agita già prima di prepararsi, smerciando ordini a destra e a manca all'ancella declassata al ruolo di schiava (ossia la mamma) di fare tutto come lei desidera: il trucco, l'acconciatura, l'abbigliamento.
Si guarda con vanità allo specchio, cerca conferma, si smania per arrivare dove deve andare con la speranza nel cuore di essere la più bella.
Già nella sua inconsapevolezza a 5 anni una donna entra e se la tira pure un pochino.
Po incontra il maschio. Il maschio di solito è già lì perchè per infilarsi la tuta da marine ci ha messo più o meno 20 secondi. Non gli piace molto essere truccato quindi al di là di un baffetto veloce non vuole impasticciarsi il viso che poi dovrà lavarsi troppo a lungo.
Al maschio di 5 anni della principessa non gliene frega un cazzo.
Non la guarda nemmeno a meno che lei non tenti di fregargli la pistola, la bomba a mano o le stelle filanti.
Non un "come sei bella", non un "che bel vestito che hai". Il maschio di 5 anni sta scorrazzando con un suo simile cercando di ucciderlo, di buttarlo a terra, di lottare sul pavimento possibilmente dopo aver mangiato due pezzi di pizza ed una fettina di salame.
Il vero problema è che la donna prova sempre, in qualsiasi modo, a piacergli. Così si adegua.
Le principesse si invaghiscono dei guerriglieri e dei pistoleri e, sollevando le vesti, scorrazzano inseguendoli coi loro lunghi strascichi che vengono sporcati e pestati. Cercando di mantenere un certo aplomb, finiscono per ricevere spintoni e strattoni fino a cadere per terra ed, immancabilmente, per piangere.
Non piangono per il male. Piangono perchè non è come si aspettavano fosse.
Ed inizia la loro piccola lezione di vita, alla festa dei cinque anni, un cliché che si ripresenterà a rotazione fino ai 25.
Aspettative, disillusioni, risate alternate a lacrime.
Mi chiedo se con l'età i maschietti arriveranno ad addolcirsi un po'.
Mi chiedo se con l'età le femmine proveranno a non innamorarsi del pirata sguercio ma cercheranno qualcosa che le farà soffrire di meno.
Mi chiedo come mai nessun bambino maschio si sia vestito da principe azzurro.
Eppure c'erano tante principesse che lo stavano aspettando.
Pensandoci bene mi sa che il vestito da principe azzurro non lo vendano nemmeno.
Probabilmente non va di moda. Da adesso fino ai 35.... e la colpa è anche un pochino delle donne e delle loro idee contorte.
Il principe azzurro deve essere azzurro dentro però deve arrivare vestito da stronzo.
Perchè, diciamolo, se non ci promette di farci piangere fino alle budella non lo vogliamo.
Perchè un pochetto noi donne ce l'abbiamo nel DNA quella vena di sadismo che ci fa godere se lui non ci guarda. Nemmeno se sei vestita da principessa.
E poi siamo bravissime a fabbricarci le favole. A tesserci bugie così contorte delle quali ci convinciamo con tutte noi stesse. Sappiamo il perchè ed il per come lui ci dice che non ci ama però ci ama. E' un po' come il bambino che ti snobba però tu pensi che in realtà con te ci voglia giocare.... non subito.... dopo. Tanto vale aspettare. Le principesse aspettano.... tanto prima o poi il principe deciderà bene di toglierselo quel vestito da stronzo!
Ma la verità è che se uno è uno stronzo non è un principe.
Non esistono vestiti.
Con calma.... verso i 35 una donna arriva a capirlo. Nel mentre, dai 5 ai 35 fa le prove.
Comunque alla festa c'erano tanti Peter Pan in giro. E' su di loro che va la mia speranza.
Oppure su quel bambino che, travestito da carabiniere, giocava a fare la guardia da solo, mano tesa alla fronte, spalle alla colonna, fermo immobile per buona parte della festa a sorridere sereno. Ecco quello sarebbe una sicurezza avercelo in famiglia.
Peccato che a metà festa un attacco di mal di pancia l'abbia costretto ad abbandonare la festa... e senza servizio d'ordine il caos più totale abbia regnato sovrano.
Le principesse hanno levato le vesti e sono tornate bambine, rosse e sudate tanto quanto i maschi. Gambe forti per correre e fiato quanto basta per urlare un'altra oretta.
Chi non ha desistito è stata la piccola Peppa pig.
Imperturbabile, nella sua vestina rossa con la codina a ricciolo. Sempre fedele al suo personaggio, lieta e sorridente ha smangiucchiato un sacco di ciambelline, ha giocato vicino alla sua mamma e non è stata rasa al suolo da nessun pistolero.
Chissà.... magari, con la sua semplicità, senza giocare ad essere nessuna al di là di se stessa, senza invidiare costumi più pomposi di quello che lei già aveva ed infischiandosene degli uomini, chissà..... magari nel suo destino c'è davvero un futuro da principessa!!!
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