Bentornati!!!!
Sono stata assente per un po'.
Potrei iniziare il nuovo post scusandomi per avervi lasciato senza letture durante tutta l'estate, imbastendo scuse tipo "ho avuto il blocco dello scrittore" o "sono stata impegnata con valigie, viaggetti e matrimoni (il mio) ma non lo farò.
La pura verità è che a Giugno sono stata in riviera romagnola, precisamente in un villaggio vacanze per famiglie e dopo 12 giorni di gioco caffè, gioco aperitivo, gioco spiaggia e spettacolo serale, sono caduta in una forte catalessi da cui sto lentamente uscendo solo ora, mentre l'estate si sta avviando al termine.
Esiste un momento, un istante, un attimo di incoscienza in cui una coppia normale, con un solo figlio (tipo noi per esempio), decide di portare la prole in un luogo che, con tutto il suo buon cuore, definisce "adatto ai bambini".
Un posto in cui tutto, ma proprio tutto, è a misura di pargolo.
Ecco.... è lì che la coppia normale si fotte le ferie.
Già alla prenotazione, la coppia normale non calcola che la famiglia ospite tipo che sceglie il family village, ha in media 3 tre figli.
L'ovvio risultato è che trascorrerà il suo "tempo relax" in una specie di gigante asilo festante, in stato di perenne sovreccitazione e con la più assoluta mancanza di regole.
Tutto questo premesso, la baraonda inizia già alle prime luci dell'alba quando, prima ancora di connetterti col tuo vero io, ti ritrovi al centro del buffet con uno stuolo di bambini molesti che ti pestano gli alluci in fila per le crêpes alla Nutella.
Guardi i waffles ma sai che raggiungerli è pura utopia.
Li osservi con l'acquolina in bocca e lo sguardo famelico ma, circondata da ospiti che arrivano più o meno al tuo ginocchio, vieni considerata tanto quanto la quercia nel villaggio dei puffi.
Potresti riuscire a fartene servire uno solo dopo svariate manovre, con sensuali piegamenti iin avanti, tendendo le mani verso la marmellata e le tette verso lo chef.
Nel mio caso, non essendo provvista dell'elemento essenziale, l'unico risultato ottenuto era la somiglianza ad una fitness addicted in aria di risveglio muscolare.
Tra moccioli colanti e svariati starnuti dentro al mio the, il secondo giorno mi sono beccata un raffreddore da far invidia a tutti i bambini dell'hotel.
Il terzo giorno mi è venuto il ciclo.
Il quarto giorno amò se ne é andato a far concerti per l'Italia, abbandonandomi in solitudine alla triste gestione di fazzoletti e tampax.
Il quinto giorno è piovuto, così siamo rimaste tappate in camera.
Col brutto tempo ci si ingegna per non annoiarsi. Ognuno fa quel che può. L'inquilino della stanza accanto alla mia per esempio ha cantato "Banana Banana Micio Bau BaU" dalle 14.00 alle 16.00. smettendo solamente quando le mie preghiere che scivolasse sotto la doccia sono state gaudiosamente esaudite.
Il sesto giorno, dopo aver corso con un cucchiaio in bocca per tutto il lungomare e lanciato freccette con la lasagnetta ancora in panza, ho iniziato a capire che forse non sarei sopravvissuta.
E che molto probabilmente non sarebbe sopravvissuta nemmeno l'equipe degli animatori che, data la mia mira, ha rischiato di venire giornalmente decimata a colpi di freccette sfiondate a caso.
Il settimo giorno, alla settima sera di baby dance consecutiva, la sindrome depressiva mi ha definitivamente debilitato.
Il salto del canguro, il volo dell'allodola e le mani contro il muro gestite da un poveretto stritolato dentro ad un claustrofobico costume giallo a forma di pulcino, mi hanno tramortito.
Questo poveretto, che ora, a stagione conclusa, sarà di certo stato ricoverato in neuropsichiatria all'"Infermi" di Rimini, veniva chiamato "il gallo ganzo " ed accuratamente stritolato ogni qualvolta appariva.
Nei momenti di spettacolo, dopo le gioiose foto di rito, l'attesa dei genitori si trasformava in un incessante attaccamento al telefono.
Ho visto battere record mondiali di Jewels Minners, ho ascoltato vendite di appartamenti a distanza, ho osservato postare su Facebook improbabili fotografie del gallo ganzo che tentava il suicidio.
E mentre lo spettacolo volgeva al termine e tu intravedevi la fine del tuo martirio, crogiolandoti nella speranza di darti una botta di vita con mezz'ora del tuo libro preferito a letto, ecco che quel fetente del gallo ganzo, per vendicarsi di tutto, ti spara sul cuore l'annuncio: "e ora.... tutti alle fontane di cioccolato!!!!".
Bene.
Ora immaginate 150 bambini, armati di uno stecco appuntito, infilare pezzi di mela e biscotti e lanciarsi verso fontanelle di cioccolato fuso colante.
Immaginate 150 bambini urlare e brandire le loro spade sbrodolanti di cacao, verso camicette bianche e candide tovagle.
Immaginate le mamme urlare "basta cioccolata!!" tentando di sfuggire all'inevitabile, prevedibile attacco di diarrea dell'indomani.
Ed ora immaginate me, seduta a debita distanza dal campo di battaglia, che sorseggio una tisana e conto con le dita quanti giorni mi mancano per tornarmene alla mia casetta ad innaffiare il giardino in quelle che saranno le mie VERE ferie.
Poi però, vedo la mia bambina sorridente e felice come non mai, intristirsi al solo pensiero di tornare a casa e lasciare un posto che per i bambini ha dato davvero tutto, ma proprio tutto tutto!!!
Ero così dispiaciuta che ho persino pensato di affittargli un gallo ganzo anche a casa.
Ne no trovato uno che col costume paglierino starebbe benissimo!!
Eccolo:
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